Corteo degli studenti a MilanoIeri in quasi 90 città italiane le studentesse e gli studenti si sono mobilitati in massa per contrastare la privatizzazione in atto della scuola pubblica. 100.000 in piazza per riprendere la parola sul proprio futuro e su quello di un intero Paese, tramortito dalla crisi economica e anestetizzato da una politica autoreferenziale, che crede di poter continuare a ridurre i problemi sociali a questioni d’ordine pubblico.

La repressione non ha bloccato gli studenti, che a distanza di una settimana sono scesi nuovamente in piazza, inondando le strade non solo delle principali città italiane ma anche di quelle di provincia, mettendo in campo una mobilitazione radicale e radicata. Da Milano, a Roma, a Napoli, passando per Bassano del Grappa, Oristano e tante altre città spesso dimenticate dalla politica nazionale gli studenti si sono mossi all’unisono.

Non solo con la forza dei numeri, ma grazie ad una compattezza ineguagliabile gli studenti e le studentesse di tutta Italia hanno invaso il paese sotto pioggia e temporali, sfidando la politica sorda come hanno fatto sotto il Pirellone o occupando prima la stazione e poi il Maschio Angioino a Napoli. Mentre a Bari gli studenti strappavano una carta d’intenti dalla Regione Puglia per il finanziamento del diritto allo studio, le scuole romane hanno manifestato da Piazza della Repubblica al Ministero dell’istruzione, un percorso che non veniva fatto dal movimento studentesco dal 2008 e solo la forza dei numeri e la determinazione delle idee ha permesso di sfidare un divieto che sembrava ormai inviolabile. Chi voleva imporre l’uso del “bastone” (riprendendo il gergo usato dal ministro Profumo) si è dovuto arrendere davanti a 100.000 studenti scesi in tutta Italia al fianco dei propri docenti e del personale ATA dell’FLC-CGIL in una giornata che ha visto unite tutte le componenti della scuola.

Le piazze del 12 ottobre sono state piene di contenuti e rivendicazioni, trasmettendo una forte consapevolezza sulla condizione che viene vissuta quotidianamente nei luoghi della formazione.

Gli studenti riuniti in assemblea nel cortile del Pirellone a Milano, e in occupazione al Maschio Angioino a Napoli e davanti al MIUR a Roma hanno rivendicato un radicale cambio di tendenza: bloccare la legge Aprea, investire sul diritto allo studio e sull’edilizia scolastica, rifinanziare completamente scuole e università.

Dopo un anno di governo Monti gli studenti tornano a riempire le piazze, assumendosi il compito di farsi promotori di una nuova grande fase di opposizione sociale alle politiche di austerità. Il ritorno delle loro mobilitazioni è un segnale di speranza in un Paese in cui il dibattito politico sembra essersi avvitato intorno alle alchimie partitiche e al corporativismo di alcuni settori della società civile. Alla politica troppo spesso malata e corrotta gli studenti rispondo offrendo un’alternativa all’antipolitica e al populismo, che è fatta di proposte concrete che nascono a partire dalle proprie condizioni materiali che la crisi ha peggiorato

Profumo nei giorni scorsi ha detto che con gli studenti e con l’Italia in generale, bisognerebbe usare il bastone e la carota, le punizioni e i contentini. Gli studenti ieri hanno risposto in piazza, a Roma e a Torino, scaricando chili e chili di carote davanti alle sedi del MIUR; replicano al ministro “Tenga pure sia i bastoni che le carote. Pretendiamo fondi per il diritto allo studio e l’edilizia scolastica”.

Investire sui saperi significa infatti finanziare una legge nazionale per il diritto allo studio e l’edilizia scolastica, che stabilisca i livelli essenziali dei servizi che le regioni sono tenute ad erogare per permettere agli studenti dell’intero paese di accedere liberamente alle conoscenze. Investire sui saperi significa puntare ad un modello di scuola e di società inclusivo e non discriminante e repressivo, significa liberare le conoscenze dalle logiche del mercato e mettere totalmente in discussione il modo in cui ad oggi, nelle aule di scuole e università, si insegna e s’apprende.

Con nutrite assemblee gli studenti di Milano e Napoli hanno lanciato un appello per una mobilitazione diffusa e prolungata per i giorni 24, 25 e 26 ottobre, con iniziative, assemblee, occupazioni e autogestioni di scuole e facoltà.

La mobilitazione prosegue.

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