A sentirla parlare sembra che non si sia mai mossa da Milano. Per l’accento, la velocità con cui divora le parole e il suono un po’ distorto, ma assai caratteristico, della “r moscia”. Eppure Stella Fumagalli, 26 anni a novembre, ha un’anima per metà spagnola. Un’anima che si è formata cinque anni fa, ai tempi dell’università, quando, durante il corso di studi in mediazione linguistica e culturale, le è capitato di trascorrere alcuni mesi a Valencia.

“E’ stato un periodo molto importante, innanzitutto perché mi ha permesso di guardare l’Italia da lontano per capire che la nostra situazione è meno grave di quello che siamo portati a pensare, soprattutto se confrontata con quella di altri paesi. Poi mi ha dato la consapevolezza per riuscire a vendere ovunque la mia professionalità. Infine mi ha lasciato un bagaglio culturale enorme che solo un’esperienza simile ti può dare. Questo perché stando all’estero è più facile entrare in un contesto internazionale ad ampio raggio. Ho conosciuto e lavorato con ragazzi provenienti dal resto d’Europa, ma anche da Stati Uniti, Cina, Corea”. Pochi mesi sono bastati a convincerla a tornare e, dopo la laurea, Stella rientra in Spagna, questa volta a Barcellona, per frequentare un master di traduzione letteraria e audiovisiva. “Prima di iniziare il master mi sono immersa per un anno nella vita e nella cultura spagnola. In quel periodo ho anche conosciuto l’uomo che sarebbe diventato mio marito. Ho bruciato le tappe e in breve tempo sono riuscita a raggiungere un livello di conoscenza linguistica e culturale molto alti”.

Dopo il master iniziano le prime esperienze di lavoro come traduttrice e interprete in diverse organizzazioni internazionali tra cui Medici senza frontiere. Fino a quando Stella decide di tornare. “Sono rientrata in Italia nel 2010 perché in quel momento, con l’ondata di crisi globale, la Spagna non prometteva niente di buono anche se quando ero lì sentivo sul mio paese le stesse cose che diciamo noi oggi della Spagna. Se ti fermi a quello che la gente dice non vai da nessuna parte”. Al momento di trovare lavoro è l’esperienza all’estero a fare la differenza, unita ad una volontà instancabile di imparare. “Il fatto di conoscere molto bene lo spagnolo e l’inglese è stato determinante. Ma ho dovuto dimostrare anche di avere voglia di lavorare e curiosità. L’unica differenza fra il periodo in cui ero in stage e oggi è che leggo meno libri di formazione e guadagno di più”.

Oggi Stella lavora per una web agency come copy writer, in un settore che richiede sia un bagaglio umanistico che competenze tecnologiche. Requisiti attualmente indispensabili per trovare e mantenere un lavoro in una situazione critica come quella che viviamo. “Penso che il settore del web possa solo guadagnare dalla crisi perché permette di risparmiare sotto tutti i punti di vista, in tempo, denaro, energie. È un settore che può solo crescere visto che il futuro va in quella direzione. Perché allora non sfruttarlo? Io stessa ho dovuto integrare le mie competenze, spiccatamente umanistiche, con altre legate a internet. Bisogna essere malleabili, conoscere il tuo cliente o comunque la persona che può darti lavoro, fare tue le conoscenze in quel campo e non smettere di apprendere”.

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