Caro Mario Monti,

ho letto con interesse la notizia relativa all’operazione “cieli bui” inserita come provvedimento nel DDL denominato Legge di Stabilità dei giorni scorsi.

Ora, in molti hanno gridato allo scandalo, paventando percentuali di criminalità in costante e pericoloso aumento a causa di uno spegnimento generalizzato delle luci e della pubblica illuminazione, solo per raggiungere obiettivi di bilancio e portare a casa qualche soldo di risparmio visto il momento di crisi che impone un ritorno ad un’austerity di lontana memoria.

Immagino non ci sia bisogno di dirle che, in realtà, il provvedimento che state adottando è non solo giusto e utile, ma consentirà di risparmiare denaro riducendo al contempo l’impatto ambientale, il fabbisogno energetico da fonti fossili, senza dover rinunciare per niente alla sicurezza (viabilistica e personale).

Purché, sia ben chiaro, si accompagni il provvedimento, che sulla carta pare cosa buona e giusta, con regole chiare e conseguenti azioni efficaci sul territorio, anche perché poi nella realtà la pubblica illuminazione è frazionata in migliaia di situazioni differenti, dettate dal fatto che ogni comune (in Italia sono 8.101) fa storia a sé.

Considerato il fatto che i consumi derivanti dalla pubblica illuminazione rappresentano il 2% della bolletta energetica nazionale, con un costo significativo per i bilanci delle pubbliche amministrazioni, è evidente che non posso che congratularmi con Lei e il Suo Governo per la decisione presa. Importante, però, è che poi non si traduca a livello territoriale in scelte contradditorie, addirittura azioni sbagliate da un punto di vista tecnico, superate dal tempo e da pratiche virtuose che in giro per il mondo si stanno facendo da almeno un decennio con risultati, in alcuni casi, davvero eccezionali.

In Italia ad esempio, è nata la prima LED City al mondo, e spero che possa diventare un caso studio per i ministeri competenti che avranno il compito, immagino, di dettare le regole ai comuni. E’ la storia virtuosa del Comune di Torraca, un piccolo borgo in provincia di Salerno, che le suggerisco di approfondire e prendere a modello per tentare di replicarlo su larga scala in giro per il Belpaese. Qui i consumi sono diminuiti da tempo e in modo significativo, i lampioni non si spengono e la gente è contenta e sicura, potendo camminare per strade meglio illuminate e meno energivore.

Un’esperienza ancora più all’avanguardia è quella tedesca del villaggio di Dorentrup, dove l’amministrazione ha attivato un sistema di illuminazione pubblica “on demand”. Le luci delle strade si spengono automaticamente alle 23 e questo ha consentito di ridurre sensibilmente i costi per l’ente pubblico. I cittadini, all’occorrenza, possono con un SMS accendere per 15 minuti la strada o via che devono attraversare. In questo modo vedono dove mettono i piedi e raggiungono la rispettiva destinazione in totale sicurezza.

E’ evidente che questi due esempi dimostrano quanto, in materia di efficienza energetica e risparmio, soprattutto nella prima fase sia necessario investire in interventi onerosi. Insomma, scelte lungimiranti e maggiormente efficaci presuppongono qualcosa in più del semplice spegnimento di un interruttore.

La cosa bella di questi e altri esempi, di cui l’Associazione che ho l’onore di coordinare è piena e che le mette fin d’ora a disposizione, è che il risparmio eneretico si ripaga da sé con il taglio della bolletta, e da un certo punto in poi è solo guadagno: per le casse pubbliche, per i cittadini, per l’ambiente.

Gentile Presidente del Consiglio, visto il passo fatto nella giusta direzione, che ne direbbe di intraprendere un cammino deciso verso la sostenibilità? Noi siamo a disposizione per suggerirle e indicarle qualche centinaio di buone prassi sperimentate con successo in giro per l’Italia, pronte per diventare paradigma con cui declinare una politica energetica nazionale sobria e davvero sostenibile.

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