Fiat è sempre più spazzatura. Lo ha decretato l’agenzia di rating Moody’s che stamattina ha tagliato di un gradino la sua valutazione sul merito di credito dei circa 9,3 miliardi di debiti finanziari del Lingotto, portandola da Ba3 a Ba2. Il livello, cioè,  che nella scala di valutazione dell’agenzia nell’ambito sottoinsieme dei cosiddetti investimenti spazzatura perché rischiosi benché caratterizzati da buoni rendimenti, segna il confine tra gli speculativi e quelli altamente speculativi. E le prospettive (outlook), sempre secondo l’agenzia, non sono buone.

“Il taglio di un gradino del rating di Fiat riflette – ha spiegato Falk Frey, vicepresidente di Moody’s – il calo delle domanda di auto italiane registrato finora quest’anno e la nostra previsione per le richieste fino a tutto il 2012 e oltre”. L’Italia, secondo l’esperto, “rappresenta più della metà delle immatricolazioni di auto europea della Fiat e per questo il deterioramento è il fattore chiave delle crescenti perdite tra i suoi marchi del mercato di massa e della sua erosione di cash nella regione”.

Moody’s inoltre rileva il rischio che il ritardo da parte del gruppo torinese nel rinnovare i propri modelli, così come la mancanza di altri modelli da lanciare potrebbe “appesantire” ancora di più la sua competitività in Europa rispetto ai suoi diretti concorrenti, come Peugeot e Renault. Sempre secondo l’agenzia di valutazione Fiat potrebbe essere vulnerabile alle maggiori pressioni concorrenziali anche in Brasile, che al momento resta ancora il mercato più redditizio del Lingotto.

L’agenzia non manca poi di soffermarsi sull’Italia sottolineando che lo stop a Termini Imerese non è bastato a equilibrare la sovracapacità produttiva di Fiat. Per questo, a parere di Moody, l’obiettivo di pareggio nel trading dei profitti che Fiat si è data per la regione Emea entro il 2014 “è diventato molto difficile in questo clima molto peggiorato, soprattutto alla luce delle perdite” accusate nella regione durante questo esercizio che Moody’s stima attorno agli 800 milioni di euro.

”Ce lo aspettavamo, ma non rispecchia la solidità finanziaria del gruppo”, ha commentato l’ad di Fiat, Sergio Marchionne, per il quale quella di Moody’s è comunque una mossa “comprensibile se guardiamo la situazione del mercato in Italia e in Europa”. Tuttavia secondo Marchionne, che a Bruxelles chiede lo stop agli accordi di libero scambio fino a quando le case europee non avranno ridotto il problema della sovracapacità produttiva, la valutazione dell’agenzia di rating non è collegata all’assenza di nuovi modelli di auto. “Non ha niente a che fare con i modelli o altro – ha detto – è questione di competitività e di guadagnare”. Marchionne ha dunque esortato a “non dare” alle agenzie di rating “la capacità di scegliere il programma, quello che interessa a loro è la cassa, se distruggiamo la cassa saremo molto più infelici che con nuovi modelli”.

Intanto sul fronte rottamazione del Piano Fabbrica Italia, è stata fissata per venerdì 12 al ministero dello Sviluppo Economico una riunione tecnica con la Fiat nell’ambito del confronto in corso per studiare misure a sostegno delle esportazioni. Non è prevista la presenza all’incontro dei vertici del Lingotto e del ministero. 

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