Era inquieto, quando si presentò a scuola, una dozzina di anni fa. Veniva da una storia processuale lunghissima, che ricalcava quella più o meno contemporanea del ben più famoso Sofri: condanne controverse, assoluzioni sorprendenti, riaperture clamorose, fino alla definitiva condanna pesantissima. Per l’omicidio di un camionista che trasportava droga che, ha sempre giurato, non ha mai commesso: “Ne ho fatte di tutti i colori, controllavamo con la forza il nostro territorio, dove avevo attività molto remunerative…ho maneggiato tanti soldi, mi hanno beccato latitante in Germania su un ferrarino… ma di quel fatto non so nulla”.

Certamente intelligente, versatile, abbastanza colto, capace di relazionarsi con tutti. Diverse donne subiscono il suo fascino. Riesce bene in ogni attività. Movimenta i circoli interni; se la cava anche negli sport, ottenendo buoni risultati. Si diploma nella nostra scuola col massimo dei voti. Cura la sua inclinazione più evidente: la recitazione. Conduce da attore protagonista (e di fatto co-autore e aiuto-regista) una lunga serie di spettacoli teatrali, prima con la scuola e poi con la compagnia del carcere.

È con il teatro che dopo diversi anni, raggiunti i termini per usufruire dei benefici di legge, ricomincia ad assaporare la libertà: uscite per spettacoli, permessi premio brevi, poi avanti per gradi lavoro esterno e infine semi-libertà. Sta fuori tutto il giorno e rientra la sera per dormire in una sezione speciale del carcere.

È deciso a non tornare mai più a essere chiuso in galera. Fa una scelta radicale: non torna nel suo ambiente d’origine, dove rischierebbe di ricadere coinvolto in qualche faccenda poco chiara. Molla tutto (in particolare la famiglia) e si inventa una nuova vita a Roma, con una donna che gli fornisce il sostegno e un recapito. Per anni cerca di arrabattarsi lavorando per cooperative di ex detenuti e con la sua attività teatrale. Le difficoltà ci sono e si moltiplicano in un periodo di crisi come quello che stiamo vivendo. Anche i rapporti sentimentali sono complicati.

L’altro giorno, la notizia improvvisa: di nuovo arrestato e portato in un’ala di Rebibbia. Si parla di un giro di droga organizzato da un clan di calabresi. Nell’ambiente carcerario c’è chi dice che lui non c’entrerebbe. In ogni caso, i benefici di legge vengono sospesi in caso di misura cautelare. A lui ormai mancava solo un anno per il fine pena e certamente lo sconterà interamente in prigione, prima che si arrivi a qualche definizione della vicenda. Che gli auguriamo sia positiva. Sarà inquieto, quando lo rivedrò dietro le sbarre.

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