Parlamentari violenti, che usano toni minacciosi e intimidatori. Parlamentari colpevoli di vere e proprie molestie e aggressioni. Starebbe accadendo a Westminster, sede dei deputati britannici, dove ora un sondaggio rivela: il 10% dei 2.000 dipendenti della House of Commons e della House of Lords – da portaborse a tecnici, a semplici amministrativi – ha dichiarato di aver “sofferto” per gesti e parole dei parlamentari. I quotidiani britannici ora titolano: “I nostri deputati sono dei bulli”. E a pochi giorni dal caso di Andrew Mitchell, il politico conservatore che avrebbe detto a un poliziotto “maledetto plebeo” – fatto tuttavia smentito da Mitchell ma ora al centro di un’indagine interna -, si accende nel Regno Unito il dibattito sull’educazione o, spesso, maleducazione, degli eletti dal popolo. Il 50% dei dipendenti di Westminster, intanto, crede che nessuna denuncia di malefatte potrebbe portare a una reale punizione dei parlamentari. E più della metà crede che questi comportamenti dei deputati siano dovuti a un “eccesso di potere”.

Il capo del personale della House of Commons ha comunque fatto sapere: “Il nostro management è impegnato per offrire ai lavoratori un contesto dignitoso e rispettoso. Ognuno deve essere trattato in modo umano, questo è chiaro, ed è per questo che ora stiamo tenendo conto di tutte le denunce personali, per fare in modo che determinati fatti non accadano più”. Il sindacato dei lavoratori parlamentari ha fatto sapere con un comunicato: “I deputati dovrebbero dare il massimo esempio e non tollereremo più atti di violenza contro chi è impiegato a Westminster. Certe cose sono inaccettabili”. I lavoratori, tuttavia, sono stati impietosi: “I parlamentari ci trattano male e noi spesso siamo costretti a subire e a soffrire”. Anche se va detto che lo stesso sondaggio ha rilevato uguali tassi di violenza fra gli stessi lavoratori. Il 9% di essi ha confermato di aver ricevuto aggressioni e intimidazioni dagli stessi colleghi.

La prossima settimana, intanto, decine di poliziotti protesteranno alla conferenza dei conservatori a Birmingham, indossando magliette con sopra scritto “poliziotto plebeo e orgoglioso”. Quasi due settimane fa, infatti, il conservatore Mitchell è stato al centro di una scena da operetta. Il Chief Whip del governo Andrew Mitchell – in pratica l’incaricato da Cameron di tenere rapporti fra esecutivo e parlamentare, assicurandosi che ogni deputato voti secondo le indicazioni del partito – ha litigato con alcuni poliziotti che controllavano le inferriate di fronte a Downing Street e avrebbe proferito l’ormai famosa frase. I fatti: Mitchell, che abita a pochi metri dal primo ministro, voleva entrare dall’ingresso principale, solitamente sbarrato, per evitare di entrare con la sua bicicletta dall’ingresso laterale dotato di metal detector. Pare che Mitchell volesse anche legare la sua bicicletta ad altre inferriate del complesso residenziale. Al rifiuto del poliziotto, il conservatore avrebbe sbraitato urlando appunto “maledetto plebeo” (in realtà secondo l’ufficiale avrebbe usato un aggettivo ben più “pesante”). Intanto, per ora, Mitchell – che nega – non si farà vedere a Birmingham e un’inchiesta sugli eventi è in corso.

Il sondaggio che ha rivelato nuove ombre su Westminster, comunque, pare che sarà preso molto seriamente anche dallo stesso primo ministro David Cameron, che ha chiamato a raccolta il suo seguito politico per rilanciare un “patto di moralità”. Gli stessi parlamentari conservatori, ora, iniziano a prendere le distanze dai colleghi più esagitati. Il Tory David Davis vide la sua campagna elettorale curata proprio da Mitchell, ora al centro della polemica: “Tutte le qualità che ci si aspetta da un Chief Whip sono al momento molto, molto diluite”. Come a dire: potremmo essere rappresentati da persone e politici di maggiore caratura. 

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