Il Tribunale del Lavoro di Roma, con un serie di sentenze ha giudicato “inefficace” la cessione di 130 dipendenti Vodafone esternalizzati dalla multinazionale in Comdata Care, disponendone il reintegro. L’ultima pronuncia del giudice è del 5 giugno scorso. La casa madre però, non solo non li ha reintegrati, ma ha deciso di avviare le procedure di licenziamento per i vincitori dei ricorsi. Una vicenda che ilfattoquotidiano.it ha già raccontato e che è stata anche oggetto di discussione negli ultimi tempi, sia al Comune di Roma sia in Provincia: sono state approvate due mozioni nelle rispettive aule consiliari per tentare di far rispettare le sentenze del Tribunale del Lavoro alla Vodafone, ma nulla è cambiato.

La prima procedura di mobilità collettiva è terminata il 10 maggio: nella lettera di risoluzione del rapporto inviata da Vodafone ai dipendenti si parla di “licenziamento collettivo per riduzione personale”. Ma c’è di più. I 33 lavoratori che hanno vinto il primo ricorso a dicembre scorso coincidono, nella graduatoria, con i primi 33 da dover licenziare in caso di esubero. In realtà non è così: nel vero elenco, compilato da Vodafone come previsto dalla Legge 223/91 che regola i licenziamenti collettivi, emerge che dei licenziati solo 17 figurano nelle prime posizioni, mentre i rimanenti occupano posizioni molto più basse in graduatoria che non ne consentirebbero il licenziamento. Il caso più eclatante è quello di una dipendente penultima in graduatoria, eppure licenziata poiché, così come tutti gli altri, ha avuto la “sventura” di vincere la causa ed essere stata reintegrata dal giudice. Una procedura di mobilità collettiva che, tra l’altro, pare immotivata visto che la società ha ricavi per quasi 9 miliardi di euro ed utili per circa 4 miliardi e mezzo.

“Oltre a non rispettare le sentenze – denuncia l’avvocato Carlo Guglielmi che rappresenta i lavoratori – la Vodafone ha taroccato più volte la graduatoria. Primo perché l’azienda ha attribuito 100 punti di penalità ai lavoratori reintegrati. Qualsiasi diminuzione di professionalità degli stessi, conseguente alla cessione, è colpa di una sua scelta dichiarata illegittima dalla magistratura e che non può certo penalizzare i lavoratori che l’hanno subita e ad essa si sono opposti. Poi perché si utilizza il presupposto della loro non piena utilizzabilità nei servizi di call center svolti da Vodafone, del tutto falso in quanto ciò che conta è l’assoluta polifunzionalità contrattuale degli operatori, essendo regolare prassi aziendale fare continui cambi degli addetti tra i vari servizi come la stessa storia professionale dei licenziati attesta. Ed infine è falso il presupposto stesso dell’attribuzione della penalità ovverosia che le attività “cedute” non siano più svolte da Vodafone che invece ha proseguito ad effettuarle e addirittura ad assumere lavoratori interinali da adibire a tali attività”.

E’ un fiume in piena l’avvocato che aggiunge: “La graduatoria è poi “taroccata” ancora una volta perché la Vodafone, rilevato che, nonostante i 100 punti di penalità circa la metà dei 33 lavoratori reintegrati comunque non rientravano nelle prime 33 posizioni, ha deciso allora di abbandonare la graduatoria e di licenziarli tutti a prescindere, persino una lavoratrice che era al penultimo posto dell’elenco”.

Giovedì in Provincia l’assessore al Bilancio Antonio Rosati ha incontrato i dirigenti della multinazionale.“Durante la riunione la Vodafone ci ha comunicato – spiega Rosati – che è disposta a riprendere i lavoratori nella società esternalizzata Comdata. Al momento siamo riusciti solo a strappare una promessa alla multinazionale: prolungare la commessa di Comdata, che scade nel 2014, al 2017”.

In sostanza un nulla di fatto, come spiegano le rappresentanze sindacali. “Se Zingaretti vuole diventare governatore del Lazio – dichiara Serena Antonelli, Rsu Cobas – e trattare così le contese inerenti il lavoro, sappia che non avrà né il voto dei 130 dipendenti che hanno vinto il ricorso e devono, per legge, essere reintegrati in Vodafone né delle loro famiglie. La Provincia ieri praticamente ha accolto quello che la Vodafone vuole fare da sempre: non rispettare le sentenze e farci rientrare in Comdata, con l’obbligo di rinunciare al contenzioso legale e risolvere così il problema del reintegro”. Nel frattempo il senatore Stefano Pedica e il consigliere provinciale Ugo Onorati (entrambi dell’Italia dei Valori) hanno incontrato una delegazione dei dipendenti che hanno vinto il ricorso per valutare eventuali azioni nei confronti della stessa società. Compresi esposti o interrogazioni parlamentari.

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