Imitare la terra che trema. Per studiare e magari capire effetti e dinamiche. E ‘stato costruito un apparato che consente di simulare alcuni aspetti di un terremoto di grande magnitudo in laboratorio. La ricerca della Florida State University di Tallahassee, pubblicata su ‘Science’, permetterà di far luce sul processo attraverso il quale una superficie rocciosa scivola lungo una faglia.

Le simulazioni in laboratorio dei terremoti spesso avvengono attraverso il caricamento di due superfici rocciose adiacenti che sono stressate finché lo sforzo non supera la resistenza della pietra e si crea la rottura di faglia. Questa viene caricata con una densità di energia paragonabile a quella dei sismi di magnitudo da 4 a 8. Tuttavia, questo tipo di simulazioni somiglia a terremoti di piccolo ordine di magnitudo, e dunque non permette di studiare gli effetti e le dinamiche dei terremoti più forti. I ricercatori hanno creato un apparecchio rotante in grado di immagazzinare energia cinetica all’interno di un massiccio volano. L’energia viene poi improvvisamente trasferita su un campione di roccia a forma di disco e esercita una forza su di esso finché non si dissipa completamente.

La faglia sperimentale risulta alla fine caricata con una densità di energia paragonabile a quella dei sismi di magnitudo da 4 a 8: gli studiosi hanno dimostrato che i parametri sismici che derivano dalla simulazione, come dispiegamento della faglia, velocità, magnitudo, possono essere usati per stimare l’intensità del rilascio energetico durante un vero terremoto di grande magnitudo. Inoltre, gli esperimenti indicano che le alte accelerazioni imposte da un fronte di rottura sismica rendono più semplici le dinamiche di ‘cedimento’, a causa dell’intensa usura provocata nella zona di faglia.

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