“Niente tornelli che limitano la partecipazione alle primarie”. Lo ha detto chiaro e tondo, Laura Puppato (Pd), il consigliere regionale del Veneto candidata alla guida del centrosinistra. Lo ha fatto incontrandosi a Milano con altri tre candidati del Partito democratico per un dibattito sulle primarie. “Non ci piacciono le preiscrizioni e i doppi turni utilizzati per discriminare gli elettori”, ha detto il consigliere regionale lombardo Giuseppe Civati (Pd), commentando le proposte che hanno infiammato il dibattito sulle primarie e che, una volta di più, hanno messo i sostenitori di Pierluigi Bersani contro quelli di Matteo Renzi. Tutti d’accordo con il sindaco di Firenze, dunque? Non proprio. “Renzi non può stupirsi, perché è l’unico a conoscere le regole”, spiega Civati. “Il capo del suo comitato elettorale si è incontrato con quello di Bersani per discuterne”, continua, “mentre a noi nessuno ha mai detto nulla”. Con Puppato e Civati anche il deputato Pd Sandro Gozi e l’assessore alla cultura di Milano Stefano Boeri, che ha tuonato contro “il tentativo della nomenclatura romana che pur di non mollare cambia addirittura le regole in corsa”. In totale accordo Sandro Gozi, per il quale si tratterebbe di “paura della democrazia”. “Perché”, spiega, “è una cosa che non si controlla. Ma il bello sta proprio lì”. Un affiatamento, questo dei cosiddetti candidati minori, che va al di là delle regole per le primarie. “Spero che decideremo di convergere sulla candidatura di Laura Puppato”, ha detto Stefano Boeri, che sulla sua partecipazione alle primarie sarebbe pronto a fare un passo indietro in favore della collega veneta. Una per tutti e tutti per una, insomma. Boeri spera che gli altri lo seguano. Quanti saranno alla fine i candidati targati Pd? Le riserve non saranno sciolte prima di sabato, quando l’assemblea del partito si riunirà a Roma per deliberare il nuovo statuto e definire le regole per le primarie  di Franz Baraggino

 

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