Dopo lo scandalo dei ricchi rimborsi e degli stipendi dei consiglieri che ha investito la Regione Piemonte, oggi il Consiglio ha approvato una nuova legge che taglia una parte dei costi della politica, non eliminando tuttavia i rimborsi e le spese forfettarie come proposto dal M5S. Così, durante le operazioni di voto, è scoppiata la bagarre in Aula con gli esponenti grillini che hanno manifestato tutta la loro contrarietà alla legge. La loro proposta prevedeva, infatti, misure più incisive: abolire il gettone di presenza, azzerare le spese forfettarie e pubblicare online di tutte le singole voci di spesa dei gruppi. Secondo il capogruppo M5S, Davide Bono “con queste proposte i consiglieri avrebbero comunque percepito 8.500 euro, più i rimborsi chilometrici. Mi sembra già abbastanza per far bene questo lavoro”. Invece, d’ora in avanti, i consiglieri del Piemonte non potranno solo più presentare le autocertificazioni per le missioni sul territorio, si vedranno ridotti i viaggi di rappresentanza in Italia e all’estero e avranno l’obbligo alla trasparenza dei bilanci dei gruppi. Inoltre, chi parteciparà a incontri, manifestazioni culturali, sagre e altri eventi, non avrà più diritto al gettone di presenza e al rimborso chilometrico per la strada percorsa. Va ricordato che la legge che permetteva le autocertificazioni è stata introdotta nel 2001 quando, con la giunta Ghigo (l’attuale coordinatore del Pdl Piemonte) la presidenza del Consiglio regionale era nelle mani di Roberto Cota. Ora, però, il Governatore la definisce una “legge inopportuna” e dice di non averla votata, nonostante fosse lui a guidare la procedura  di Cosimo Caridi

 

 

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