A tavola la crisi si fa sempre più dura”, “100 sindaci contro lo spreco alimentare”. Questi due titoli sono apparsi oggi su un importante quotidiano nazionale, poco importa quale. Erano abbinati a due articoli opposti per senso e tendenze. Nel primo si denunciava la crescente difficoltà degli italiani a fare la spesa, diventata sempre più cara. Nel secondo si affrontava il problema degli sprechi di prodotti alimentari, che per la famiglia italiana ammontano a 1.600 euro l’anno, cioè il 2,3% del PIL nel complesso.

Quando sostengo che la crisi non c’è e che il calo dei consumi, semmai, è una buona notizia, vengo rimbrottato da economisti, imprenditori e polemisti. Un “calo”, di per sé, non è cosa buona né cattiva. Quando il colesterolo cala è una buona notizia, purché sia quello “totale” a scendere e non l’Hdl, che è quello “utile”. Il livello dei consumi precedente alla “crisi” era (ed è ancora) drogato, folle, generava dipendenza dai consumi, inquinamento folle, economia drogata e a rischio “crisi”, appunto. Prendiamo le automobili: nel nostro Paese sono 44 milioni, circa 710 ogni mille abitanti. La media Ue è 580. Sono tutti preoccupati perché non se ne vendono più come un tempo. Quante automobili dovremmo vendere per non parlare di crisi? E soprattutto, dove le mettiamo?

Nel frattempo stanotte esce il nuovo IPhone, il numero 5 in due anni scarsi. Sono certo che si tratti un prodotto meraviglioso e avanzatissimo, utile a tantissima gente che saprebbe farne buon uso. Quel che mi sembra strano è ascoltare notizie di file notturne, tende piantate nelle aiuole di fronte ai negozi, pur di accaparrarsene un esemplare. Sono così tanti gli italiani che, nonostante la crisi, sono pronti a tutto pur di averne uno? Il loro lavoro, il mestiere che fanno, lo rende così necessario tanto da non poter attendere neppure un minuto? Un importante quotidiano nazionale, stamattina, ne faceva la notizia di testa, in prima pagina…

Le famiglie italiane sono circa 22 milioni. In un Paese dove si butta via cibo buono per miliardi di euro, la crisi non può esserci. Se i consumi calano potrebbe essere solo l’inizio di una fase di progresso. Speriamo che continuino. 

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