iphone5Ventiquattr’ore di attesa davanti all’Apple store di un centro commerciale romano per essere il primo a comprare il nuovo iPhone 5 (e finire sulle agenzie, e sui giornali). Il 18enne Gianmarco è stato in attesa dalle 7 e 30 del mattino di giovedì per ottenere (a 729 euro) il nuovo modello di smartphone americano, e fare una sorpresa per il compleanno di papà. Ogni città di ogni paese dove sono iniziate le vendite ha il suo record (un altro a caso: in Dubai c’è la versione in oro 24 carati, 4.600 euro). Quale pubblicità migliore per quello che promette di valere, secondo gli analisti, mezzo punto di Pil americano e che ha spinto dalla sua nascita, nel 2007, il titolo della Apple del 450% per cento in Borsa, capitalizzando oltre 650 miliardi di dollari.

Eppure, nonostante il battage prevalentemente auto-prodotto dai mezzi di informazione, i numeri inquietano un poco i boss dell’azienda di Cupertino: ‘solo’ 5 milioni di pezzi venduti negli Usa nei primi 3 giorni di vendite, sono sotto le aspettative (allo stesso tempo c’è un ritardo nelle scorte che rallenta le vendite). La perfetta macchina di produzione-pubblicità-vendita è frenata in parte dalle proteste dei lavoratori della Foxconn, la multinazionale con base cinese che produce i componenti elettronici di iPhone, iPad e tanti altri prodotti occidentali. I “Cipputi cinesi”, così soprannominati dalla stampa italiana, hanno scioperato per migliori condizioni di lavoro e di salario, dopo esser divenuti famosi per il ripetuti casi di suicidio nella fabbrica (dove, nei periodi di maggior produzione, lavorano studenti universitari arruolati all’uopo).

Ma questo non scalfisce l’immagine – levigata come la superficie di un iPhone – della Apple, e dei prodotti creati – e rimpiazzati a ritmo sempre più sostenuto – dal “genio dell’era contemporanea” Steve Jobs, icona di imprenditoria e creatività senza confini il cui spirito aleggia sopra tutte le tecnologie di massa che vengono dalla California. E non importa se i cip e i circuiti che fanno funzionare l’iPhone valgano poche decine di dollari (tanto che la Apple guadagna per ogni esemplare venduto centinaia di dolllari) e il resto del valore venga dalle forme e dal packaging con il quale viene diffuso. Dopo le file per l’iPhone 5, ci si prepara all’attesa del 6, eccetera…

Il Fatto Quotidiano, 29 Settembre 2012

Articolo Precedente

Italia sotto attacco dei cyber-criminali: “Violazioni nel 44% dei computer”

next
Articolo Successivo

“Not found”, solidarietà in Rete: il sito per cercare i minori scomparsi

next