Nel nostro squallido mondo/teatrino dell’apparire e della ricerca vertiginosa della fama (e del denaro), spesso, anzi, quasi sempre, sono le persone che lavorano nell’ombra quelle più degne di considerazione. Mi è venuto da pensare questo quando ho saputo con ritardo della morte di Bruno Corna. E qui, proprio perché non era particolarmente famoso, mi tocca ricordare per chi non lo conosceva chi era questa persona.

Bruno Corna fu ambientalista quando di tutela dell’ambiente si parlava ancora abbastanza poco, e comunque in ambienti ristretti. Correva l’inizio degli anni ottanta dello scorso secolo, ed egli aveva molto a cuore l’ambiente montano e si diede tanto da fare all’interno del Club Alpino Italiano per la sua tutela. Dio solo sa quanto penò, all’interno di questo sodalizio, che propriamente ambientalista non è né è mai stato. Tanto penò che abbandonò ogni carica per fondare insieme a tanti altri entusiasti, fra i quali anche Carlo Alberto Pinelli, anch’egli transfuga del Club Alpino, l’associazione Mountain Wilderness, che invece nella tutela dell’ambiente aveva il proprio scopo primario.

Fu per lungo tempo umilmente  segretario dell’associazione e responsabile del notiziario. Da tempo si era ritirato dalle scene per ragioni di salute: lui non amava il palcoscenico. Ora che se ne è andato, resterà la sua immagine viva in tutti noi che lo conoscevamo ed apprezzavamo. Io penso che restare vivi nella memoria degli uomini sia la migliore fortuna ed il migliore riconoscimento che ci possa capitare lasciando questa terra.

Articolo Precedente

Le falle alla sicurezza di Facebook e il futuro di #salvaiciclisti

next
Articolo Successivo

Ilva, ‘battaglia epistolare’ tra Ferrante e gli altri custodi giudiziari

next