Il procuratore generale della Cassazione ha spostato a Milano la competenza dell’indagine sulla presunta estorsione di Marcello Dell’Utri ai danni di Silvio Berlusconi. Una ulteriore ‘sconfitta’ per la procura di Palermo che aveva rivendicato la titolarità dell’inchiesta. La Procura generale della Suprema Corte, come confermano anche fonti della difesa, ha accolto l’istanza che, nelle scorse settimane, era stata avanzata dai legali di Berlusconi, gli avvocati Niccolò Ghedini e Piero Longo. Il Pg di Cassazione ha dunque ritenuto che la competenza territoriale sull’inchiesta fosse della Procura milanese, e non dei Pm di Palermo. Anche il procuratore nazionale Antimafia Piero Grasso aveva espresso, nei giorni scorsi, il suo parere in tal senso. L’inchiesta sarà presa in carico dalla Direzione distrettuale antimafia di Milano, guidata da Ilda Boccassini, già rappresentante dell’accusa al processo sul caso Ruby.

Nell’istanza accolta, i legali dell’ex premier hanno sostenuto che i versamenti sono avvenuti ad Arcore, dove Berlusconi risiede, o a Milano. Dunque lì si sarebbe consumato il reato di estorsione, che in ogni caso Berlusconi e Dell’Utri hanno sempre negato.

“Allo stato delle indagini tutti i bonifici risultano essere pervenuti sui conti correnti accesi da Dell’Utri presso banche di Milano, eccetto due”, scrive infatti la Procura generale della Cassazione. “Il richiamo da parte del pm della sentenza di condanna di Dell’Utri (per concorso esterno in associazione mafiosa, ndr) non appare rilevante ai fini di una eventuale competenza per connessione – scrive il magistrato – come rilevato dal procuratore nazionale non vi è coincidenza temporale tra le vicende, dal momento che la responsabilità penale di Dell’Utri è stata affermata fino al 1992 mentre i fatti per cui si procede sono tutti successivi. Inoltre”, continua il pg, “i due procedimenti si trovano in diverse fasi procedimentali, sicchénessuna connessione è ipotizzabile”.

Nessuna presa di posizione è arrivata dalla Procura di Palermo, dove però i cronisti registrano un forte disappunto per la pronuncia del pg. “Confermo che c’è questa decisione e ne prendiamo atto. Ma non voglio commentarla”. C’e’ amarezza in procura? “Non dico nulla”. Ma il pm Nino Di Matteo ricorda all’AdnKronos che “la stessa Cassazione nel procedimento nei confronti di Dell’Utri per concorso esterno in associazione mafiosa aveva sostenuto la fondatezza dell’ipotesi per la quale Dell’Utri aveva sostanzialmente un ruolo di intermediario nel pagamento, a titolo estorsivo, da parte di Berlusconi, di somme destinate alle famiglie mafiose di Palermo”.

Nei giorni scorsi, nell’ambito dello stesso filone, era finita nel registro degli indagati la moglie del senatore, Miranda Ratti, con l’accusa di riciclaggio.  Nell’ambito dell’inchiesta sono stati gia’ sentiti Silvio e Marina Berlusconi che hanno respinto lo scenario dell’accusa, ed e’ stata indagata la moglie del senatore, Miranda Ratti, per riciclaggio in quanto avrebbe trasferito i soldi a Santo Domingo.

AGGIORNAMENTO
Con decreto del  23 marzo 2015 il Gip di Milano, dott.ssa Laura Anna Marchiondelli, accogliendo al richiesta della Procura, ha archiviato il procedimento penale iscritto, tra gli altri, anche a carico della Sig.ra Miranda Ratti

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