“Thinking out of the box”, letteralmente pensare fuori dalla scatola, essere creativi. Per Leonardo Staglianò è questa la qualità che gli americani apprezzano, per non dire invidiano, agli italiani. Lui nella vita è scrittore e sceneggiatore, ha 34 anni ed è appena rientrato in Italia da New York. “Ho studiato sceneggiatura per due anni alla Tisch, la prestigiosa università di New York dove sono passati Scorsese e Spike Lee, che ancora ci insegna. È stata una grande soddisfazione essere ammesso con una borsa di studio, d’altronde le rette sono talmente alte che non avrei potuto permettermelo”. Terminati gli studi iniziano per lui le prime collaborazioni con produzioni cinematografiche e teatrali. Dopo tre anni arriva la decisione, maturata anche per motivi personali. “Avrei potuto restare ancora, ma ho deciso di tornare. Avevo voglia di raccontare qualcosa del mio paese e nella mia lingua, di far emergere una sensibilità nuova e moderna da questa parte dell’Oceano”.

L’esperienza americana fa la differenza e Leonardo non fatica troppo a lavorare. “Le persone che ho conosciuto a New York e che oggi sono artisti di fama mondiale, spesso passano ore seduti in una stanza a pensare ad un’idea. Questo mi dà una grandissima forza perché non è sempre importante dove sei ma la qualità di ciò che fai. Ora sono in Italia e ho diversi progetti a cui lavorare che mi terranno impegnato per almeno un anno. Poi si vedrà”. Tra i suoi progetti c’è la messa in scena di una sceneggiatura teatrale con cui ha vinto il premio Diego Fabbri. E poi c’è Nuok, il sito fondato nel 2009 insieme ad Alice Avallone, altro cervello in fuga, conosciuta negli Stati Uniti. “Mentre eravamo in America Alice ha aperto un blog per raccontare la vita di New York. Fin dall’inizio non voleva che fosse un diario personale, ma una specie di magazine per segnalare le cose interessanti che scopriva andando in giro per la città”.

Poco alla volta Nuok è cresciuto fino a coinvolgere corrispondenti da Los Angeles, Pittsburgh e altre città degli Stati Uniti. Oggi è una guida globale on line che raccoglie articoli scritti da italiani all’estero per segnalare spazi, eventi, curiosità delle città in cui vivono. “I nostri redattori raccontano quello che potrebbe interessare a un pubblico italiano, è come un amico che ti raccomanda i posti che lui frequenta, con un gusto profondamente italiano. In questo momento abbiamo circa 40 corrispondenti in giro per il mondo, dall’Australia al Giappone, tutti professionisti che svolgono un lavoro e in più collaborano con noi a titolo totalmente gratuito. Questo ci assicura la libertà di segnalare quello che davvero ci piace”. Il progetto funziona, come dimostrano i numerosi riconoscimenti vinti in Italia e all’estero tra cui i Lovie Awards che premiano la creatività e l’unicità del web europeo. “Vogliamo ampliare lo spazio delle foto e inserire interviste a creativi di tutto il mondo avendo però come focus sempre le città. Stiamo anche ragionando se aprire una sezione letteraria in cui invitare scrittori emergenti a pubblicare dei brevi racconti legati ai luoghi dove vivono”. Per Leonardo e per il team di Nuok sono tre le cose che davvero contano: libertà, idee e passione. Il denaro sembra l’ultimo dei problemi. “Il motivo per cui Nuok funziona, per cui abbiamo 13mila fan su Facebook e migliaia di lettori al mese, è perché non pubblichiamo mai articoli sponsorizzati. Per riuscire a guadagnare dovremmo trovare qualcuno pronto a sostenerci che creda in noi e non cerchi di snaturare il progetto. Fino ad ora non abbiamo trovato nessuno con queste caratteristiche. Non ci interessa guadagnare dei soldi se poi dobbiamo rinunciare alle nostre idee e alle nostre scelte”.

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