Arrivo a Corchiano (VT) con Monica e Marcello alle sette di sera di un venerdì di settembre, alla vigilia della cerimonia di premiazione della sesta edizione del Premio Comuni a 5 stelle, che dal 2007 portiamo avanti come Associazione Comuni Virtuosi per raccogliere, valorizzare e premiare buone prassi ambientali sperimentate in giro per l’Italia.

Quest’anno siamo a Corchiano, appunto, che vinse il premio nel 2010 e che poco dopo scelse di aderire alla rete, divenendo nel tempo una delle colonne portanti del nostro splendido gruppo. Qui c’è il sindaco poeta, come mi piace definirlo, il grande Bengasi Battisti, che quando lo senti parlare capisci quanta distanza corra tra lui e la politica urlata, sbandierata, proclamata…

C’è Livio Martini, vicesindaco filosofo con il quale abbiamo condiviso il programma della due giorni di incontri e musica, dibattiti e passeggiate, parole ed emozioni. C’è, soprattutto, una comunità in festa, che partecipa e condivide: dalla banda che accoglie i sindaci venuti da mezza Italia ai volontari che per due giorni ci accompagneranno nei momenti conviviali.

Quanto è bella questa Italia nascosta, sotto coperta, fatta di monumenti naturali e di borghi che prendono vita tra le macerie e diventano storia che sa farsi futuro, strade e scorci pieni di volti, gatti, vicoli e pertugi, e una piazza (Garibaldi o Padella così come la si vuole chiamare), piccola, piccolissima, capace di ospitare alcune centinaia di persone e di canti venuti appositamente da Camigliano (CE) (i “Cantica Popularia”).

Quanto è viva questa Italia dove la politica passa attraverso le gambe gli occhi le scelte di donne e uomini che si fanno servitori dello Stato a tempo determinato, e che riempiono i giorni di azioni concrete, vere. Vive. Fatte di beni comuni, tutela del territorio, fonti rinnovabili, mobilità sostenibile, come nel caso di Massarosa, 22.500 abitanti in provincia di Lucca, che vince l’edizione di quest’anno del premio, più che meritatamente, e si presenta con mezza giunta alla cerimonia a ritirare targa, applausi e premio (un audit energetico su un edificio pubblico a scelta, offerto da un vecchio amico della banda virtuosa, l’ingegner Maurizio Fauri del Polo Tecnologico per l’Energia di Trento).

Quanto è brava questa Italia che si produce più del doppio dell’energia di cui ha bisogno da fonti rinnovabili, come nel caso di Montechiarugolo in provincia di Parma, che si porta a casa la vittoria nella categoria Impronta ecologica, o quella di Oriolo Romano in provincia di Viterbo (a due passi da qui) dove alla domanda di dove mettiamo i rifiuti non sono caduti nella facile tentazione di rispondere “Ma come, li bruciamo o infiliamo sottoterra!”, come farebbe un qualsiasi diavolaccio di periferia, invece di ridurli alla fonte, riusarli, riciclarci.

Quanta lungimiranza e coraggio passa nelle vittorie (merito di progetti mirabolanti) di Povegliano Veronese– VR (gestione del territorio), Lodi (mobilità sostenibile), San Vito di Leguzzano – VI (nuovi stili di vita), dove gli amministratori aprono le porte dei rispettivi municipi e costruiscono cantieri di democrazia partecipata.

Quanta speranza che dà questa Italia nascosta, sotto coperta, dove senza auto blu o portaborse donne e uomini che fanno politica come volontariato o poco più giungono da tutte le parti (Calabria, Campania, Lombardia, Emilia Romagna, Toscana, Piemonte, Veneto, Marche, Umbria…) per contaminarsi, con il sorriso stampato sul volto, crescere e condividere insieme: idee, pensieri, progetti, intuizioni, pezzi di un altro modello di sviluppo.

Quanta energia nasconde questa Italia alla ricerca della verità, nella legalità, come ci ha trasmesso nell’ex mattatoio oggi teatro comunale Ferdinando Imposimato, con le sue parole a volta livide, comunque piene della costanza di chi ha dedicato una vita intera, per sconfiggere ombre e silenzio, omertà e paura.

Non capita tutti i giorni di vedere riunite tante belle facce, tutte insieme, in un luogo così, pieno di forza come questo. Non capita tutti i giorni di lasciare la parola ad un Premio Oscar come succede a me il sabato durante la cerimonia, e mentre passo il microfono al maestro Nicola Piovani penso e mi convinco per un altro giorno ancora che l’Italia, quella vera, quella che amo, non è nelle feste mascherate e patetiche dei consiglieri regionali, ma nelle comunità locali virtuose e sostenibili. E’ proprio qui, ed esserne testimone rende le cose più dolci, soprattutto se puoi condividerle con tua moglie e tuo figlio, la mia vita. 

“Sbaglia chi generalizza. La politica non fa tutta schifo. Tra Scilipoti e Angelo Vassallo c’è una differenza grande come un abisso”.

Ed è in fondo per quel che c’è dentro a questo messaggio del compositore corchianese che da sette anni mi ostino a credere che ce la faremo, che prima o poi i nostri messaggi passeranno, che riusciremo a scacciare dal ponte di comando quest’infima classe dirigente sostituendola con i tanti signori rossi che vivono nella correttezza combattendo la corruzione, rifiutandola convintamente, praticando trasparenza e sobrietà. 

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