“Presidente, è fiducioso sull’incontro di oggi con Marchionne?”. “Sono fiducioso in questo incontro, quello di Pontignano…”. Questa è stata la secca risposta del premier Mario Monti ai giornalisti che questa mattina alla Certosa di Pontignano (Siena) gli chiedevano dell’incontro con la Fiat previsto questo pomeriggio a Roma. “Sì, ma questo pomeriggio l’incontra…”, hanno insistito i cronisti. Laconica la controreplica di Monti: “Ne ho diversi di incontri…”. Più rigido il commento del ministro del Lavoro Elsa Fornero: “Un ministro deve avere fiducia e io sono fiduciosa”, ma Marchionne deve fornire “alcuni chiarimenti che sono necessari per restituire fiducia alle persone e quindi bisogna sapere quali sono le prospettive”.

L’incontro a Palazzo Chigi è iniziato intorno alle 16,30. Nel frattempo davanti alla sede del governo stanno manifestando i lavoratori della Irisbus di Valle Ufita (in provincia di Avellino), stabilimento chiuso dalla Fiat a luglio 2011. “A fine anno scade la cassa integrazione – spiegano i lavoratori – ma noi non vogliamo assistenza. Chiediamo a Monti e a Marchionne di dirci se in Italia si devono produrre autobus anche perchè abbiamo mezzi obsoleti e inquinanti. Finora non abbiamo avuto risposte, non ci ricevono nemmeno. Non escludiamo di fare qualche esposto alle autorità locali”.

Sul fronte sindacale, invece, per il momento si registrano le parole del segretario della Fiom Maurizio Landini e del segretario generale della Uil, Luigi Angeletti. “Non sono cose particolarmente nuove, Marchionne le dice da tempo. Ma forse tanti hanno fatto finta di non capire”. Così il segretario delle tute blu della Cgil risponde – dalla festa dell’Idv – a chi gli chiede di commentare le dichiarazioni dell’ad Fiat. “Se non si fanno investimenti qualsiasi azienda smette di produrre – osserva ancora Landini – è necessario che il governo intervenga perché la Fiat investa ma anche per una politica pubblica dei trasporti che è mancata in questi anni”.

Scettico anche Angeletti: “Sono ottimista per definizione” ma “ho il timore che il vertice di oggi a Palazzo Chigi non produca risultati concreti”. Angeletti ribatte anche alle parole di Marchionne: “La Fiat sta complessivamente bene tranne che in Italia, dove purtroppo utilizza gli impianti e soprattutto i lavoratori al 50% delle sue potenzialità, quindi questo è il problema”.

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