In questi giorni circola in rete una vignetta che raffigura una scuola che crolla con un fattorino davanti che consegnando un tablet chiede al bidello: “E questo dove lo metto?”.

Un’immagine che ben si sposa con i dati diffusi ieri da Cittadinanzattiva che ha presentato il X Rapporto su sicurezza, qualità e comfort degli edifici scolastici monitorandone cento undici in dieci regioni diverse. La fotografia, arrivata nel momento in cui il Ministro Francesco Profumo, ha annunciato la rivoluzione digitale è esaustiva: Il 46% degli edifici monitorati non ha una palestra al proprio interno, in un terzo dei casi i cortili sono usati come parcheggio, un terzo delle scuole non è dotato di aule computer e quasi la metà è priva di laboratori didattici. Non parliamo poi di mense e biblioteche!

Le prime sono presenti solo in una scuola su tre, un po’ meglio le seconde che troviamo in una scuola su due. Numeri che mi ricordano quando a Salvirola (Cremona) ero costretto a fare motoria nell’atrio della scuola con la palla che andava a sbattere sulla porta delle aule mentre gli altri ragazzi facevano lezione. Oppure la palestra della scuola primaria di Dovera, un ex magazzino comunale trasformato in luogo per l’educazione motoria con tanto di quadri ingialliti in bianco e nero di ballerine di chissà quale epoca.

Una situazione vergognosa: basti pensare che il certificato di agibilità statica, quello di agibilità igienico-sanitaria e quello di prevenzione incendi sono presenti solo nel 24% delle scuole. Solo un quarto delle scuole è in regola con tutte le certificazioni di sicurezza e la manutenzione è ridotta al lumicino, tanto che ad esempio nel 45% delle scuole monitorate da Cittadinanzattiva sono stati richiesti interventi strutturali, ma in oltre la metà dei casi l’ente proprietario non è mai intervenuto.

Una scuola vietata ai diversamente abili: gli scalini all’ingresso sono presenti nel 14% delle scuole, ascensore assente nel 54% degli edifici e non funzionante nel 14% di quelli che ne sono dotati; barriere architettoniche nel 18% delle mense, nel 14% all’ ingresso, nel 13% dei laboratori, nel 12% dei cortili, nell’11% delle aule  e dei laboratori multimediali, nell’8% delle palestre. Nel 34% delle scuole non esistono bagni per disabili, e il 7% di chi l’ha presenta barriere architettoniche.

Eppure una bella scuola consente ai ragazzi di lavorare meglio. Quest’anno, per la prima volta, insegno in una scuola primaria realizzata con i soli fondi comunali da un coraggioso sindaco, Ferruccio Romanenghi di Ricengo: è una scuola colorata, senza alcuna barriera, con pannelli fotovoltaici, antisismica, con giardini attorno alle aule, ampie vetrate, una palestra, un laboratorio di informatica. I bambini accedono al giardino direttamente dall’aula. Il ministro sa bene che quei soldi per i tablet non serviranno. Anzi è facile che questi strumenti facciano la fine delle famose lim.

Forse serviva molto di piu’ che il Ministro si impegnasse a far approvare  il disegno di legge che ha l’obiettivo di destinare una quota dell’otto per mille alla valorizzazione ed all’ ammodernamento del patrimonio scolastico. O forse potremmo pensare di usare i beni confiscati ai corrotti e ai politici come quelli della Regione Lazio, per l’edilizia scolastica che è in emergenza.  

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