Non è un dizionario del cinema ma riesce a conciliare Wong Kar-Wai e Gabriele Muccino trattandoli alla stessa stregua. E non per scherzo, li prescrive come farmaci.

Pronto soccorso cinematografico per cuori infranti, Edizioni Il Punto d’Incontro, 256 pagine per 14,90 euro, è il primo libro di Manlio Castagna (esperto di semiologia del cinema, regista, sceneggiatore, formatore e vice direttore artistico del Giffoni Film Festival), un vero e proprio manuale di cinema-terapia che per ogni dolore sentimentale presenta una diagnosi e prescrive un rimedio preciso, con relativa posologia. Al posto dello Xanax e del Roipnol questo pronto soccorso consiglia Jules et JimBrivido CaldoFerro 3,  Cosa voglio di piùUltimo tango a Parigi.

L’autore scrive con la chiarezza di chi conosce bene la propria materia; ironico e delicato, ha un profondo rispetto della sofferenza ed è serio quando afferma che il cinema aiuta a superare anche le più strazianti pene d’amore.
Il dolore ha un modo fastidioso di unire l’umanità: caratterizza ogni esistenza, ma quando siamo noi a provarlo ci convinciamo di essere gli unici a soffrire così, ci sentiamo più soli e nella solitudine il disagio aumenta.
La fine di una relazione, un rifiuto, l’abbandono o il tradimento generano strappi che sembrano impossibili da ricucire. Eppure quanti di noi, dopo lunghi e profondi patimenti che sembravano infiniti, sono ancora vivi e nuovamente capaci di amore e passione?
Il problema è la prospettiva. Secondo Manlio Castagna il principio di immedesimazione che il cinema crea più di ogni altra forma d’arte consente, anche  nel pieno della disperazione, non solo di vivere un paio d’ore di sollievo, ma di riconoscere che la sofferenza, invece di separarci dal resto del mondo, è ciò che ci accomuna agli altri.  Da qui a comprendere che anche il dolore, come la gioia, è un’affezione temporanea, il passo è breve, e questa consapevolezza permette di riaccendere la speranza, di sopportare meglio il dispiacere e abbreviare la strada verso l’uscita dal tunnel.

Naturalmente piazzasi davanti a Titanic con latte e biscotti non basta. Ogni sofferenza è diversa e richiede un trattamento specifico. Manlio Castagna, che non si prende mai troppo sul serio, ha sempre usato il cinema come terapia e un giorno, mentre cercava di consolare un’amica abbandonata, ha scoperto che prescrivendole ogni sera un film scelto apposta per lei e per la sua situazione, era riuscito ad aiutarla più ancora che con le parole.
Pronto soccorso cinematografico per cuori infranti è una lettura divertente e intelligente, consola e con gran lievità aiuta a riflettere, è anche un’ottima guida per uscire dall’imbarazzo della scelta tra un film e l’atro, ma io non mi illuderei che possa sostituire una terapia. 
Non sarà che l’amica di Manlio è guarita perché un bravo sceneggiatore le è stato vicino e le ha consigliato un film a sera?
La domanda è lecita.

Eppure, come recita un celebre post-it di Louise Bourgeoise ripreso di recente da Almodovar nel film La piel que habito, «L’arte è garanzia di salute».

Manlio Castagna, Pronto soccorso cinematografico per cuori infranti, Edizioni Il Punto d’Incontro, 256 pp, €14,90

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