Diventare mamma grazie alla propria. Con un trapianto d’utero. E’ stato eseguito con successo in Svezia il primo trapianto al mondo di utero da madri a figlie. Due donne sui trent’anni – una priva dell’organo dopo un cancro, l’altra nata senza – hanno ricevuto l’utero dalle proprie madri per potere avere figli. Le due giovani dovranno aspettare almeno un anno prima di tentare la fecondazione in vitro. Che sarà resa possibile dall’impianto di embrioni ricavati dai loro stessi ovuli e lo sperma dei loro partner, precedentemente congelati. Ma fra poco meno di due anni, se tutto andrà bene, queste donne potranno partorire un figlio. 

Un’equipe di dieci chirurghi dell’Università di Goteborg, guidata dal professor Mats Brannstrom, ha realizzato entrambi gli interventi senza complicazioni. “Le due donne che hanno ricevuto il trapianto stanno bene, ma sono stanche dopo l’operazione – ha spiegato Brannstrom – e le madri che hanno donato il loro utero sono già in piedi, camminano e potranno rientrare a casa fra qualche giorno. Sapremo nel 2014 se il trapianto è riuscito – continua Brannstrom -. L’utero sarà espiantato alle due donne dopo che queste abbiano avuto al massimo due figli, in modo che possano interrompere il trattamento farmacologico antirigetto”.

Secondo i chirurghi, il rischio di rigetto dovrebbe essere lo stesso degli altri organi, cioè circa del 20%. Le due donne che hanno ricevuto la “donazione” sono state selezionate dopo una lunga procedura, che ha permesso di garantire che loro, e i loro congiunti, fossero fertili. Altre otto donne potrebbero ricevere un trapianto d’utero in Svezia tra l’autunno e la prossima primavera.

L’equipe di Brannstrom ha iniziato a lavorare su questo progetto dal 1999, realizzando con successo prima trapianti d’utero sugli animali, tra cui scimmie e topi. Una delle due donne che ha ricevuto l’utero, identificata solo dal nome Anna, ha detto di essere “consapevole che qualcuno potrebbe sollevare delle critiche dal punto di vista etico, ma per me – ha affermato – significa semplicemente recuperare una funzione del mio corpo, persa a causa del cancro. Non ci sono garanzie che io e il mio partner potremo concepire. Abbiamo ricevuto una grande opportunità, e se funziona, sarà un premio stupendo”.

Alcuni medici turchi hanno eseguito con successo un trapianto di utero l’anno scorso, ma da una donatrice deceduta, e allo stato non si sa se la donna abbia già iniziato i trattamenti per la fertilità. Il primo trapianto in assoluto di utero da donatore vivente, però, è stato eseguito nel 2000 in Arabia Saudita, ma l’organo è stato rimosso tre mesi dopo a causa di un coagulo sanguigno. 

In Italia questo tipo di intervento non sarebbe ancora possibile. Il trapianto di utero da donatrice vivente “richiederebbe in Italia una legge ad hoc. Deve prima essere autorizzato dal Parlamento, come è stato fatto di recente con l’approvazione della legge che consente i trapianti di polmone, pancreas e intestino fra viventi – spiega Alessandro Nanni Costa, direttore del Centro nazionale trapianti (Cnt) – La legge rimette la decisione al Parlamento, a cui spetta la valutazione di tutti gli aspetti, dalla complessità al significato di questo tipo di interventi, e soprattutto degli aspetti etici”.

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