Era al suo terzo giorno di scuola il bimbo di nemmeno 11 anni, Jacopo Iacenda, investito e ucciso da un auto questa mattina a Canaletti, una frazione di Budrio alle porte di Bologna. Uscito di casa alle 7 e venti, il piccolo stava attraversando la strada per raggiungere la fermata dello scuolabus. In quel momento però è arrivata una Fiat Panda guidata da un 42enne di Malalbergo. L’impatto, avvenuto in via San Vitale a poche centinaia di metri dall’abitazione della vittima, ha scaraventato il bambino su un’altra automobile che proveniva in direzione opposta e per lui non c’è stato nulla da fare.

Il conducente della Panda si è fermato e ha subito soccorso l’undicenne, ma non c’è stato nulla da fare: nonostante l’arrivo dell’elisoccorso del 118 e il trasporto in ospedale, ma per il bimbo non c’era più speranza. Sulla strada non vi erano strisce pedonali, anche se c’erano i cartelli che indicavano la possibile presenza di bimbi diretti a scuola.

La dinamica dell’incidente dopo alcune ore ha cominciato a essere più chiara. Jacopo ha salutato un ragazzino più grande che saliva su una corriera di linea, poi ha attraversato lo stradone passando in mezzo alle auto in coda dietro al bus. La sua meta era la fermata dove aspettare il suo scuolabus. Quando è arrivato sull’altra corsia è stato investito dalla Panda che probabilmente no ha fatto in tempo a frenare quando il binmbo è sbucato dal retro della corriera ferma.

La strada provinciale San Vitale in quel punto è un lungo rettilineo, poco distante dalla casa dove Jacopo viveva con i genitori, impiegati, e con il fratellino di quattro anni. Fino all’anno scorso mamma e papà lo accompagnavano in auto a una fermata più vicina a scuola. Da quest’anno, col passaggio alle medie, i genitori avevano chiesto al Comune, insieme alla famiglia di un’altra bambina, che il pulmino li prelevasse in quella fermata dall’altra parte della strada, indicata dai cartelli arancioni. Così, venendo dal vialetto di casa, avrebbe solo dovuto attraversare.

Ieri il padre lo aveva accompagnato e lo aveva seguito con lo sguardo. Questa mattina l’uomo era andato via da poco. “Se rimanevo lì, vedevo l’incidente”, ha detto al sindaco di Budrio, Giulio Pierini, che ha incontrato lui e la moglie. “Sappiamo che quel tratto – ha spiegato il primo cittadino – ha problemi di sicurezza e di velocità, specialmente di notte, e abbiamo programmato un incontro con la Provincia. Ma questo caso è legato alla fatalità e all’imponderabile”. C’è il limite dei 70 chilometri orari e non ci sono strisce “perchè è fuori dal centro abitato e non sono consentite”, ha aggiunto.

Il pubblico ministero di turno, Manuela Cavallo – che ha aperto un fascicolo per omicidio colposo, per ora contro ignoti – disporrà una consulenza cinematica per chiarire meglio la dinamica dell’incidente.

Articolo Precedente

Some Prefer Cake 2012, il cinema lesbico come militanza politica (gallery)

next
Articolo Successivo

Operaio morto nel terremoto, per l’Inail vale 1900 euro. Il padre: “Vergogna”

next