Occupare case sfitte o inabitate, una’tradizione’ britannica quanto il fish and chips e la casa reale. In una parola, squatting. Ma, dal primo settembre, gli squatter sono criminali, secondo la nuova legge voluta dal governo di coalizione fra conservatori e liberaldemocratici guidato da David Cameron. Una legge che ha colmato un vuoto normativo che negli ultimi decenni ha consentito l’occupazione di case e immobili commerciali e che avrà un primo e chiaro risultato: gli oltre 20mila squatter britannici saranno costretti a lasciare le loro abitazioni occupate, pena sei mesi di carcere e una multa fino a 5mila sterline, oltre 6mila euro. La norma è la numero 144 della legge Legal aid, sentencing and punishment of offenders act. Un numero che tanti squatter ricorderanno per sempre, considerando che una vera e propria tradizione viene, per la prima volta, infranta. Ma le associazioni di volontariato ora temono che “questa legge non farà altro che far aumentare la platea dei senza fissa dimora. Il 40 per cento degli homeless è stato squatter, in passato. Questa è la realtà”. 

Fra gli squatter, artisti, lavoratori sottooccupati, disoccupati, gente che lavora nei fast food e ragazzi mandati via di casa. Ma anche intere famiglie, che vivono in case abitate anche da venti persone, spesso ville lussuose di periferia, come tante pagine dei quotidiani tabloid riportano continuamente. I proprietari, secondo la legge britannica, fino a oggi non potevano fare nulla. Se la casa era disabitata o sfitta – ma si narra anche di case prese ‘in ostaggio’ durante le vacanze all’estero dei proprietari – gli squatter avevano tutto il diritto ad occuparla. La polizia non interveniva e l’unico modo per riottenere indietro il proprio bene era fare una lunga causa, il cui esito non era affatto scontato. Fare squatting, tuttavia, sarà vietato solo nel Galles e in Inghilterra, si potrà continuare a occupare in Scozia e nell’Irlanda del Nord. Anche se è proprio Londra, la capitale, la patria della maggior parte dei 20mila squatter britannici.

Il sottosegretario all’abitazione, Grant Shapps, ha detto: “Questa è la fine dei diritti a occupare per gli squatter. Abbiamo riportato la legge dalla parte dei proprietari di casa e la stiamo rendendo chiara come il cristallo. Entrare in una proprietà e starci più di una notte è ora un reato penale, un crimine da punire”. In questi giorni, la Bbc, la televisione pubblica, ha fatto diverse riprese in case occupate. Spesso gli squatter le restaurano, pagano comunque le bollette di acqua ed energia elettrica, e spesso entrano a patti con il proprietario per poter rimanere.

I casi di londinesi esasperati, tuttavia, sono tanti, carne da macello per quei quotidiani scandalistici chiamati tabloid e vendutissimi nel Regno Unito. Ora, tuttavia, direttori e giornalisti dovranno ricredersi, giurano le associazioni di volontariato che aiutano gli homeless. Duncan Shrubsole, direttore di Crisis, una charity per le persone senza fissa dimora, ha subito fatto sapere, intervistato dal Guardian: “Questa legge avrà un impatto drammatico. Queste persone occupano case disabitate e vuote, non vedo che male ci sia. Vedremo senza dubbio un aumento delle persone costrette a dormire sotto un ponte”. E Catherine Brogan di Squash, un gruppo di pressione che ha contrastato la legge fin dai suoi primi passi, ha aggiunto con un comunicato: “Criminalizzare queste persone è sbagliato. Gli affitti a Londra vanno sempre più su, ma le persone più deboli in questo modo vengono messe ancora di più ai margini. Questa legge andrà a beneficio solamente dei proprietari di casa, che continueranno a tenere gli immobili disabitati”. La polizia londinese, intanto, si prepara all’aumento di lavoro e già si narra dei primi sgomberi avvenuti nell’est londinese, a poche settimane dall’entrata in vigore della legge.

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