A Roma, l’emergenza abitativa coinvolge anche gli ex poliziotti in pensione e le loro famiglie. Dopo aver vissuto per decenni in uno stabile demaniale assegnato loro dal ministero dell’Interno, adesso le trenta famiglie residenti al civico 33/35 di via Trionfale dovranno restituire le chiavi di quegli alloggi. Molti sono anziani – in alcuni casi ultraottantenni – altri hanno subìto un’invalidità in servizio. E per servire lo Stato c’è anche chi è morto e in quelle case ci ha lasciato la moglie e i figli. Ma per quello stesso Stato adesso sono tutti degli abusivi da sfrattare. E sembra quasi una beffa che ad eseguire lo sgombero – come sempre accade nei casi di procedure coatte – sarà la Polizia di Stato. Arrivati davanti al portone dell’edificio già ieri mattina – provocando anche alcuni attimi di tensione –, gli uomini delle forze dell’ordine hanno concesso agli inquilini altri due giorni di tempo. Poi, hanno fatto sapere, inizieranno a sgomberare quattro appartamenti per volta. Dovranno farlo: l’ordinanza della Prefettura parla chiaro. Il provvedimento, che intimava le famiglie degli ex poliziotti di lasciare gli immobili, era stato però notificato l’anno scorso. In quell’occasione in molti avevano subito fatto ricorso al Tar, che però dopo alcuni mesi si era dichiarato incompetente a decidere. A quel punto su consiglio dello stesso Tribunale amministrativo del Lazio, gli inquilini di via Trionfale avevano presentato ricorso al Tribunale civile. Presso il quale, ad oggi, la controversia risulta essere ancora pendente. Come fanno sapere i legali che assistono alcune delle famiglie degli ex poliziotti, l’ordinanza di sfratto sarebbe perciò illegittima. Ancor di più se si pensa che in questi giorni, al civico 33 di via Trionfale, non è stato notificato alcun atto scritto, solo un annuncio orale al citofono da parte di due poliziotti. E che quello pervenuto la scorsa estate invece – visto che preavvertiva l’arrivo della “forza pubblica entro dieci giorni” – è ormai scaduto. 

Questa vicenda in realtà risale a quasi dieci anni fa, quando il ministero dell’Interno inizia ad attivare le procedure per liberare quegli appartamenti. Da qui partono subito le iniziative e le mobilitazioni per salvaguardare le famiglie. Per sollecitare le istituzioni a trovare una soluzione adeguata e definitiva, si attiva anche il Municipio Roma XVII (circoscrizione in cui si trova lo stabile) e in particolare il presidente del consiglio municipale e membro del Prc romano, Giovanni Barbera. Viene presentato ricorso al Consiglio di Stato, che però è rigettato. Intanto la Prefettura di Roma (organo periferico del ministero dell’Interno) arriva addirittura a rifiutare i pagamenti del canone che arrivano da via Trionfale. Rivuole indietro gli appartamenti. E basta. Passano gli anni e Palazzo Valentini riesce finalmente a liberare un appartamento, quello di un anziano signore di ottant’anni. Le altre famiglie tengono duro. Ad un certo punto però ad alcune di loro iniziano ad arrivare richieste di pagamento degli arretrati con cifre da capogiro, superiori addirittura ai cento mila euro. Per molti è un chiaro ricatto per convincerli ad andar via.

Ieri il terrore dello sfratto è ripiombato. “E’ una situazione vergognosa – denuncia a ilfattoquotidiano.it il presidente del Consiglio del Municipio Roma XVII, Giovanni Barbera – anche perché queste famiglie, che verranno buttate in mezzo alla strada, hanno un reddito medio-basso. Non possono permettersi quindi di pagare un canone d’affitto, né tantomeno acquistare una casa, con i prezzi attuali del mercato immobiliare”. Quelli per le abitazioni concesse al personale di polizia sono infatti canoni calmierati, “che permettono a pensionati, come gli inquilini di Via Trionfale, di poter sopravvivere. Si cerchi almeno un’altra soluzione – auspica Barbera – come quella trovata per i familiari dei militari, trasferiti in alloggi comunali”.

Quello che però suscita ancora più indignazione è che, una volta liberati e elegantemente ristrutturati – naturalmente a spese dei contribuenti – quegli appartamenti a due passi dal Vaticano verrebbero concessi a titolo gratuito ad alti dirigenti del ministero dell’Interno o della Polizia di Stato. “Come già – fa sapere Barbera – è avvenuto in passato. La Prefettura insomma (e quindi il ministero dell’Interno) si sta comportando come un Robin Hood al contrario: sottrae un tetto a chi ne ha bisogno, per regalare appartamenti di lusso alla casta della polizia”. Sono in tutto circa 230 gli alloggi distribuiti nei quartieri più centrali della Capitale assegnati, secondo un dossier realizzato alcuni mesi fa dalla Silp Cgil, a funzionari e prefetti.

Della drammatica situazione delle famiglie di via Trionfale, lo scorso dicembre, era stato messo a conoscenza anche il ministro degli Interni, Anna Maria Cancellieri. Ma dal Viminale una risposta, alla lettera inviata dal capogruppo della Federazione della Sinistra alla Regione Lazio, Ivano Peduzzi, non è mai arrivata. E così ieri stesso è partita anche la seconda missiva. Intanto già da domani inizieranno i primi sfratti. E chissà quale sarà lo stato d’animo di quei poliziotti che dovranno sgomberare alcuni ex colleghi e le loro famiglie. 

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