La sera del 24 gennaio 2011 il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, telefonava in diretta alla trasmissione “L’Infedele”, che aveva dedicato una puntata al caso Ruby: ”Mi hanno chiamato invitandomi a sintonizzarmi sull’Infedele: sto vedendo una trasmissione disgustosa, una conduzione spregevole, turpe, ripugnante […] Invito cordialmente l’onorevole Iva Zanicchi ad alzarsi e a venire via da questo incredibile postribolo televisivo”.

E’ passato un anno e mezzo. Leggi le cronache e ti vien da pensare che, sì, l’occasione e i personaggi coinvolti sono molto diversi, il tono è più educato, ma il metodo resiste: “E’ il massimo esponente dell’Anm, il presidente Rodolfo Sabelli, a lanciarsi contro il procuratore aggiunto di Palermo Antonio Ingroia e il suo collega Nino Di Matteo, (entrambi componenti del pool che ha indagato sulla presunta trattativa Stato-mafia e presenti alla giornata finale della festa del Fatto Quotidiano), per la mancata reazione alle critiche al Colle, cioè alla “manifestazione plateale di dissenso nei confronti del capo dello Stato”: In una situazione così – dichiara Sabelli – un magistrato deve dissociarsi e allontanarsi”.

B.COME BASTA!

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