Il “bancomat” del gruppo Pdl della Regione Lazio si chiama Franco Fiorito, ex capogruppo defenestrato a luglio. È lui che, in quanto presidente dei pidiellini ha avuto accesso ai conti del partito. E, secondo i magistrati della Procura di Roma che hanno aperto una inchiesta, ne avrebbe abusato, come quando avrebbe comprato una Smart da 16mila euro e anche una Bmw da 88 mila. Ma queste sarebbero solo alcune delle spese attribuite a Fiorito. Ce ne sarebbero infatti molte altre, tanto che in totale, dal 2010 a oggi, il gruppo Pdl alla Regione ha speso esattamente 5 milioni e 976mila euro. Alcune di queste uscite riguarderebbero le spese per attività politica mentre, su altre, bisogna fare chiarezza. E per capire come sia stato utilizzato il denaro pubblico i pm si stanno muovendo in seguito alla segnalazione di Bankitalia.

Il pm Nello Rossi, titolare del fascicolo, proprio ieri ha ricevuto tutta la documentazione bancaria da parte di Unicredit: ora potrà ripercorrere a ritroso tutte le transazioni monetarie del gruppo degli ultimi due anni. Valori e tabelle che ieri sono state portate anche nella sede del gruppo Pdl alla Pisana, sede laziale del Consiglio regionale, dove ex An ed ex forzisti si sono incontrati per discutere quello che, in Regione, sta diventando un nuovo “caso Lusi”. Il Fatto ha visionato i conti, a disposizione del Pdl, che descrivono lo stato delle casse di partito: le spese registrate sono davvero imbarazzanti.

A Franco Fiorito risultano intestati 753mila euro, con bonifici divisi in due tranche che dal Pdl transitano all’estero. Dalle segnalazioni di Bankitalia emergerebbe che sono stati incassati all’estero. Lo stesso Fiorito sarebbe correntista in ben cinque banche spagnole. A seguire, sotto la voce “bonifici senza specifica”, viene riportata la cifra di 1 milione e 426 mila euro. E ancora, “assegni senza beneficiari”: 846mila euro. Per “fatture contributi assicurazioni e bolli auto”, invece, è stato speso un milione e 272 mila euro; per non parlare poi di altri 188 mila euro registrati sotto la voce “ricaricabili”, ossia i soldi che andavano su una decina di carte di credito prepagate. E infine, la bolletta Telecom di 11 mila euro e 618 mila euro versati per “collaboratori e consulenze”. Man mano che si va avanti però emergono anche altri dettagli. Come due bonifici che ad agosto del 2010 partono dal conto Pdl e vengono incassati da un’azienda titolare di alcuni resort in Sardegna.

Nei documenti bancari ci sono infatti due operazioni con destinataria questa società: uno di 10 mila euro, e un altro di 19 mila. Tutti con causale “soggiorno dell’onorevole Fiorito”. Che ora dovrà spiegare, quanto meno ai suoi, se si tratta o meno di spese di rappresentanza, che coincidono con il periodo di pausa estiva. Come dovrà giustificare anche i 235 mila euro di prelievi in contanti. Ovviamente la regolarità di queste cifre verrà verificata dai magistrati. Certo è anche vero che Franco Fiorito era l’unico che poteva accedere a quei conti, soprattutto perché il regolamento del Pdl è diverso rispetto a quella di altri partiti. Infatti è l’unico gruppo in consiglio regionale dove la figura del capogruppo e quella di tesoriere coincidono. Intanto alla Regione si sente sempre più forte la tensione che contrappone ex An e ex di Forza Italia per la poltrona di sindaco della capitale. Le elezioni sono alle porte. Fiorito infatti è uno dei maggiori esponenti del gruppo che fa capo a Gianni Alemanno e al coordinatore regionale Vincenzo Piso. Ed è stato stesso lui che qualche tempo fa, attraverso la stampa, ha parlato di festini in costume con “donne semivestite” tra i suoi ex compagni.

Aveva annunciato una denuncia che ad oggi ancora non è arrivata in procura. E anche vero però che le accuse partono subito dopo la sua defenestrazione. Infatti da fine luglio è stato sostituito come capogruppo a seguito di un documento siglato da nove consiglieri del suo partito. Al suo posto è stato nominato Francesco Battistoni che attraverso una relazione ha reso noto alla Pisana la situazione delle casse del Pdl, che ad oggi risultano prosciugate. Insomma sembra l’inizio di uno scontro elettorale, che adesso sarà oggetto di indagine.

da Il Fatto Quotidiano dell’11 settembre 2012

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