Ci si domandava, tenendo conto del periodo di difficoltà economica che stiamo attraversando in questi ultimi anni, se un settore che soddisfa un bisogno, di certo non primario come l’Arte, avesse esso stesso risentito della crisi.

Prendendo come fonte primaria i dati del Ministero dei beni e delle attività culturali abbiamo invece constatato che, al contrario delle premesse, i visitatori dei Musei, Monumenti ed Aree archeologiche statali hanno subito per l’anno 2010 un incremento di oltre il 15% rispetto al 2009 e sommando i visitatori delle otto Mostre più visitate nello stesso intervallo di tempo un incremento del 16,4%.

Sempre nel dettaglio del 2010 non sorprende riscontrare (Tabella 1) che la Mostra più visitata risulta essere quella del Caravaggio, uno degli artisti più amati di tutti i tempi che si colloca in una fase artistica e culturale tra le più apprezzate: il Barocco.

Se ci chiediamo il perché di tanto consenso, potremmo supporre che il motivo sia da ricercare nella capacità di questo artista di esprimere attraverso le proprie opere, sentimenti universali.

Il biologo Mark Pagel sostiene che di fronte a certe opere d’Arte avviene un rilascio di dopamina (sostanza che dà piacere) e le emozioni saranno più intense soprattutto se ci troviamo in presenza di altre persone, come avviene in un Museo. La sua tesi “Andiamo alle mostre per…sopravvivere” ci spiega la misura in cui l’Arte può contribuire al benessere psicofisico della persona.

Il circuito dei neuroni specchio (specifici neuroni che si trovano all’interno della corteccia cerebrale ed in alcune aree motorie) ci mette in risonanza empatica con l’opera osservata come se noi stessi stessimo compiendo l’atto rappresentato. Sentiamo fisicamente il dolore vedendo il quadro del Caravaggio “Ragazzo morso da un ramarro” e l’argomento è talmente vasto ed interessante che è nata addirittura una branca della scienza, la Neuroestetica, che affianca un approccio neuroscientifico alla consueta analisi estetica della produzione e della fruizione di opere d’Arte.

Nell’Arte figurativa, in particolare, vi è la possibilità di identificazione e di relazione con l’opera ed è forse per questo che anche l’Arte moderna ancora in parte figurativa risulti tanto amata? In effetti le mostre più visitate nell’anno 2010 subito dopo quella del Caravaggio, sono quelle di Salvator Dalì ed Edward Hopper. Graduatoria confermata anche per quanto concerne la media giornaliera di visitatori con l’inserimento, però, tra Salvotor Dalì ed Edwuard Hopper del fotoreporter Steve Mc Curry.

Anche il campo dell’Arte contemporanea risulta in crescita, perché sommando i visitatori delle otto Mostre più visitate sia per il 2009 che per il 2010, prendendo sempre come fonte i dati del Ministero dei beni e delle attività culturali, risulta un incremento del 24,7%

Questi ultimi dati sono sorprendenti perché è risaputo che le opere di tale periodo non sono di facile comprensione. C’è chi per far crescere ulteriormente questi numeri all’interno di sedi istituzionali e al fine di avvicinare un pubblico nuovo, inserisce interessanti novità. E’ il caso di un Museo come il Macro di Roma (Tabella 2), diretto da Bartolomeo Pietromarchi, dove di recente è stata introdotta la figura sperimentale del Mediatore culturale d’Arte che, all’interno delle sale, è messo a disposizione gratuita del pubblico affinché possa aiutare i visitatori ad avvicinarsi ad opere che, per la complessità delle riflessioni che vi sono dietro e la molteplicità dei linguaggi, possono risultare di non immediata fruibilità.

Inoltre, si è fornito ad alcuni Artisti uno Spazio Atelier dove creare delle opere esclusive per il Museo, aprendo al pubblico anche durante la fase creativa prima della presentazione ufficiale e consentendo così di “sbirciare” in quel misterioso processo creativo molto intimo e di rara visione. Dunque, non solo esposizioni ma anche formazione e scambio culturale.

Allargando ulteriormente gli orizzonti temporali, la piacevole sorpresa che l’Arte non sembrerebbe risentire delle crisi economiche è confermato dal presentarsi dello stesso fenomeno di crescita nella precedente crisi degli anni 1992-94. In tale periodo infatti si è avuto, sempre esaminando i dati forniti dal Ministero dei beni e delle attività culturali, un incremento di circa l’11% dei visitatori dei Musei, Monumenti ed Aree archeologiche statali per l’anno 1994 rispetto al 1992.

Al presente Articolo ha collaborato Giorgia Rissone

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