Abbiamo appena cominciato a ricostruire L’Aquila che già vengono a galla gl’italianissimi abusi, le truffe, i prezzi gonfiati delle ricostruzioni.

Ma è mai possibile che non si possano fare le cose onestamente? Onestà è un concetto oscuro che sembra non entrare più nel lessico della maggior parte delle persone, figurarsi poi nella loro coscienza. Chiedo a gran voce alle persone oneste di fare un passo avanti, di farsi vedere. Non è possibile che questa nostra società sia in mano solo ai furbetti e gl’intelligenti si siano estinti. Purtroppo credo che questa decadenza morale, sociale, economica investa non solo l’Italia ma tutto il mondo. Basta aprire un giornale straniero per leggere di corruzione, di malgoverno, di qualcuno che è più uguale degli altri davanti alla legge. Perfino la rigida Germania ne è tutt’altro che immune.

La nostra è una società vecchia, malata, amorale. E’ di ieri la notizia della proposta fatta in Francia di inserire lezioni di morale nelle scuole. Trovo la cosa dal punto di vista teorico molto interessante anche se desta in me qualche perplessità: per esempio dove e chi sono gli insegnanti di questa materia? Dove e con chi si sono acculturati? Che titolo morale hanno per insegnare morale? In Italia l’insegnante di religione aveva all’incirca questa funzione ma la cosa era legata ad un contesto differente. Quello francese di oggi si presta pericolosamente a un indottrinamento che non è l’obiettivo principale della materia.

Va da sé che la morale che una volta si insegnava in famiglia, la divisione fra bene e male, è venuta a mancare. La famiglia così come è vissuta ora non riesce più a dare una formazione, soprattutto che sia duratura. Diceva il Cardinal Martini “la coscienza è un muscolo che va allenato”. Ma dove sono gli allenatori? La Chiesa ha dimostrato che alcune volte è lei stessa ad approfittare di queste menti immature. La scuola, poi, non ha mai visto la formazione morale come obiettivo primario.

Forse è questa la ragione per cui certe filosofie o religioni orientali stanno avendo successo anche nel mondo occidentale: perché insegnano a guardarsi dentro, a pensare, a sviluppare un mondo interiore.

C’è una frase nella preghiera del Padre Nostro che recita “…e non indurci in tentazione”. Sì, perché la nostra società si guarda dentro solo quando è messa alla prova. Quando ha l’occasione di fare un guadagno non lecito, solo allora, e per un secondo, si chiede “lo faccio o non lo faccio?”. Quasi sempre la risposta è “lo faccio.” Frega il prossimo, la società. Tanto chi verrà mai a saperlo? Il furbo è quello che la fa franca.

Ricordo tanti anni fa un professore universitario, poi inquisito e condannato, che vendeva il risultato di un esame, l’ingresso a una scuola di specializzazione. Quando gli furono contestati i reati di furto, di illecito, di falsa testimonianza, d’interesse privato e non ricordo più di quant’altro, questo si meravigliò perché pensava che quelle pratiche fossero assolutamente legittime: ma non lo fanno tutti da sempre?

La stessa cosa capitò con Tangentopoli. Ci fu chi si suicidò in carcere, forse per la vergogna o forse perché il carcere per loro non era sopportabile. Certo ci fu lo shock di rendersi conto che la prassi delle mazzette non era “la normalità”, era un reato che la giustizia, prima o poi, se non sei il furbetto che credi di essere, scopre e punisce. Il fatto che fosse un sistema generalizzato non poteva essere una scusante. Purtroppo continua a restare una prassi se vuoi fare affari, lavorare, restare sul mercato.

Allora dove sono questi allenatori di coscienza? Se ci siete davvero non a chiacchiere ma a fatti, battete un colpo e fatevi avanti. Non possiamo fare a meno di voi.

Dobbiamo ricreare una società e bisogna cominciare attrezzando di una coscienza i giovani, uscendo dalla giungla in cui siamo andati ad abitare. Ci sono volte in cui mi lascio trasportare e penso che, se si tagliasse una mano a chi ruba come fa qualcuno altrove, forse emergerebbero valide ragioni “fisiche” per smetterla di rubare. 

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