“Per noi dopo Monti c’è Monti. Il cammino non va interrotto, la strada è ancora lunga. Coraggio, incamminiamoci!”. Nonostante ieri il presidente del Consiglio abbia ribadito che il suo “orizzonte” finirà nella primavera del 2013, il leader dell’Udc Pier Ferdinando Casini rilancia, dalla festa del partito di Chianciano: “Ieri Monti ha detto che il suo orizzonte finisce nel 2013. Mi permetto di conttraddirlo. Dopo Monti per noi c’è ancora Monti. Il cammino non va interrotto, la strada è ancora lunga. Coraggio, mettiamoci per strada”. “Per noi – continua Casini – evocare Monti significa dire qualcosa che va ben oltre il nome del presidente del Consiglio che eserciterà, nelle forme e nei modi che la storia gli assegnerà il suo servizio verso la Repubblica”.

Secondo Casini “non può andare disperso lo spirito di collaborazione repubblicana che deve essere alla base della prossima legislatura; non può essere dispersa la capacità di guida italiana della politica europea che è emersa in questi mesi e non può essere dispersa la politica di risanamento e di rigore che, grazie al sacrificio degli italiani, ha evitato un disastro annunciato”.

Il leader dell’Udc chiude di nuovo a un centrosinistra “allargato” che per la verità al momento piace solo al Pd, ma non a Sel – da una parte – e agli stessi centristi – dall’altra – tanto da far dire a Massimo D’Alema che “faremo un governo con la sinistra di Vendola e coi moderati di Casini, indipendentemente da quello che loro dicono”. Ma Casini rimette i punti sulle “i”: “Nulla sarà come prima e dobbiamo dirlo a chi ritorna a Berlusconi e chi si illude che il Pd possa fare da collante tra i sostenitori di questo governo ed il neomassimalismo”.

Lo sponsor è anche dentro il governo: il ministro per lo Sviluppo Economico Corrado Passera si augura che il governo Monti possa continuare ma non si sbilancia su un suo coinvolgimento personale nella prossima legislatura. “Posso soltanto augurarmi che il lavoro del Governo fatto con l’appoggio e i voti del Parlamento, che ha riportato credibilità al nostro Paese possa essere continuato, secondo me deve essere continuato”.

Al dibattito sul Monti bis partecipa oggi anche il segretario del Pdl Angelino Alfano: “Se qualcuno vuole ancora Monti alla guida del governo “dovrà trovarlo sulla scheda” perchè “il sale della democrazia” sta nel fatto che “governa chi vince le elezioni”. Insomma: Monti si deve candidare. “O si sospendono le prossime elezioni o dalle prossime elezioni non si potrà prescindere – aggiunge Alfano – Io ritengo che la democrazia abbia il suo sale nella celebrazione delle elezioni e nella consacrazione al governo di chi le ha vinte”. “Ciò non toglie – puntualizza Alfano – l’importantissima funzione che Monti ha svolto e sta svolgendo per il paese: noi non abbiamo condiviso tutto quello che ha fatto, ma riconosciamo di non aver sbagliato nel sostenerlo”.

Anche perché Berlusconi si ricandida: “Credo di sì” risponde Alfano a chi glielo chiede. “E’ il fondatore del partito e ha diritto di riproporre la sua candidatura è il detentore del titolo: ha vinto nel 2008 e ha diritto di chiedere agli italiani un giudizio sul suo operato”.

E il Pdl rilancia sulla giustizia. Dopo aver presentato il testo in Aula sull’anticorruzione il governo ora dovrebbe “battere altri due colpi” sul fronte delle intercettazione della responsabilità civile dei magistrati. Alfano ha ricordato l’accordo fra partiti ed esecutivo del marzo scorso in base al quale si sarebbe dovuti procedere parallelamente sui tre dossier. Questo nonostante il ddl intercettazioni non sia stato ancora calendarizzato e con il tempo che stringe.

Una presa di posizione che, da punti di vista diversi, è simile a quello di Piero Fassino, il sindaco di Torino: “Chi governa il Paese lo decideranno gli elettori. E’ per questo che si fanno le elezioni”. L’esponente del Pd ha poi osservato che “non è lontano dal vero” che la sinistra potrà applicare il montismo con volto sociale, come ha suggerito nei giorni scorsi a Cernobbio l’economista Nouriel Roubini. Il Pd sembra sul punto avere le idee chiare: “Dopo serve un governo politico guidato da Pier Luigi Bersani – rilancia Anna Finocchiaro – Monti è stata la scelta giusta, ma quella che deve seguire è una fase politica. E noi, come partito maggiore, dobbiamo imprimere alla seconda fase – quella della crescita del Paese – la forza, le specificità e le priorità del Pd’’.

Non la pensa così – e non è un segreto – il presidente dell’Italia dei Valori Antonio Di Pietro: “Nelle repubbliche democratiche sono i cittadini a decidere con libere elezioni da chi essere rappresentati e da chi governati. In Italia si devono ancora tenere le elezioni, addirittura nemmeno si sa con quale legge elettorale si andrà a votare, ma quei poteri che della democrazia se ne sono sempre fregati, primi fra tutti la finanza internazionale, i banchieri e le grandi aziende, hanno già deciso chi governerà: Mario Monti”.

Di certo c’è, in questo campo del confronto, anche la posizione della Lega Nord, ancora coerente con il no sempre e comunque a Monti e a un governissimo. “E’ un dibattito astruso – commenta il segretario Roberto Maroni – che non mi interessa, a me interessa solo trovare soluzioni concrete alla questione settentrionale”. Maroni ha del resto ribadito tutte le sue critiche all’operato dell’attuale esecutivo tecnico, che a suo giudizio “sottovaluta quello che sta succedendo”. Per Maroni infatti l’Italia non si è rimessa in cammino verso la ripresa ma anzi “è ripartito verso l’abisso, il baratro: è l’Eurostat che dice che il governo Monti ha fallito”. E a chi gli chiedeva se tema un autunno bollente sul fronte sociale, l’ex ministro dell’Interno ha risposto di “temere di sì, perchè ci saranno scadenze importanti”.

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