Incendio alla centrale nucleare francese di Fessenheim, nell’est del paese vicino al confine con la Germania. Secondo quanto hanno reso noto i pompieri impegnati nelle prime operazioni di soccorso, vi sono alcuni feriti. L’impianto con due reattori è la più vecchia infrastruttura nucleare operativa in Francia (avviata nel 1977).  Per la prefettura locale invece non si è trattato di alcun incendio ma solo di una perdita di “vapore ossigenato”causata dal contatto tra il perossido di idrogeno e l’acqua in un serbatoio. La perdita avrebbe investito soltanto due persone, rimaste leggermente ustionate. I due reattori da 880 Mw ognuno sono stati costruiti dalla Framatome. La centrale sorge presso una centrale idroelettrica fluviale, questo le consente di non dover utilizzare torri di refrigerazione in caso di basso apporto di acqua dal fiume. Già ad aprile dell’anno scorso la centrale è stata vittima di un guasto. L’incidente è stato classificato di livello 1, sulla scala di Ines che va da 1 a 7. Dopo il disastro nucleare di Fukushima, l’impianto è diventato il bersaglio degli ambientalisti. 

La centrale nucleare francese è molto diversa rispetto a quella giapponese di Fukushima ed è stata costruita in modo da contenere il circuito di raffreddamento completamente all’interno dell’edificio del reattore. In linea di principio, in impianti di questo tipo una dispersione di materiale radioattivo è possibile solo se le pareti di cemento dell’edificio vengono danneggiate.

Entrambi gli impianti della centrale di Fessenheim sono infatti reattori ad acqua pressurizzata, o Pwr (Pressurized water reactor), mentre gli impianti di Fukushima erano reattori ad acqua bollente, del tipo Bwr (Boiling Water Reactor). “È una situazione molto diversa rispetto a quella della centrale di Fukushima”, ha detto Giuseppe Mazzitelli, responsabile del Laboratorio per la gestione dei grandi impianti sperimentali dell’Enea. Contrariamente alle centrali del tipo Bwr, in quelle del tipo Pwr, ha spiegato l’esperto, i circuiti di raffreddamento sono tutti concentrati nell’edificio del reattore. Per Massimo Sepielli, responsabile dell’Unità delle Tecnologie per la fissione dell’Enea “è di sicuro un incidente convenzionale”. 

Il presidente Francois Hollande aveva promesso la sua chiusura entro il 2017 durante la campagna elettorale. La centrale nucleare francese di Fessenheim si trova nel dipartimento dell’Alto Reno nella regione dell’Alsazia, a sud di Strasburgo. La centrale è a pochissimi km dal Reno che segna il confine tra la Francia e la Germania e a una sessantina di km a nord dal confine svizzero. Secondo quanto ha reso noto l’Edf che controlla l’impianto, due persone sono rimaste lievemente ustionate alle mani in quello che viene descritto come un incendio in una componente chimica dell’infrastruttura.

Nel mondo sono in attività 433 centrali nucleari, 69 sono in costruzione, 160 pianificate e 329 proposte per la realizzazione. Il dato, aggiornato al mese di giugno, è stato fornito, ai Seminari internazionali di Erice (Trapani) sulle emergenze planetarie, da Lady Barbara Thomas Judge, presidente emerito dell’Atomic energy autority del Regno Unito. A farla da padrone sono gli Usa (104 impianti), seguono Francia (58), Giappone (50), Russia (33), Corea del Sud (23) e India (20).

Il governo francese assicura che l’incendio che si è sviluppato nella centrale nucleare di Fessenheim non pone “alcun rischio per la sicurezza ambientale”. In un comunicato si precisa che la ministra dell’ambiente Delphine Batho si è anche consultata con l’Autorità per la sicurezza nucleare.

In Italia il presidente dei Verdi, Angelo Bonelli ha commentato l’incidente ricordando che è “ sempre più urgente una moratoria sul nucleare”. Per il leader ecologista: “I dati Ispra sugli effetti di un incidente nucleare al di là delle Alpi confermano che, in caso d’incidente ad una centrale vicina ai nostri confini, il nostro Paese subirebbe danni devastanti. Per questo è necessario che si affermi subito in Europa un principio di precauzione nei confronti degli impianti atomici che possono compromettere il futuro di tutti”.

 

 

 

 
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