I minatori della Carbosulcis hanno deciso di sospendere l’occupazione dei pozzi di Nuraxi Figus, a -373 metri. La decisione dopo un’assemblea-fiume nella quale si è valutato l’esito degli incontri di venerdì a Roma, in particolare l’annuncio che la miniera non chiuderà a fine anno e sul progetto carbone-centrale che il governo ha chiesto alla Regione di rimodulare per renderlo sostenibile sul piano economico. Sempre oggi l’Alcoa, azienda produttrice di alluminio ha deciso di sospendere lo stop degli impianti di Portovesme sino a dopo la riunione di lunedì 10 settembre. La data è stata decisa dopo la decisione arrivata dopo lo slittamento del tavolo di crisi al ministero dello Sviluppo economico. L’azienda lo ha comunicato ai sindacati che, insieme con la Regione Sardegna, avevano chiesto di far slittare la fermata, già in corso, delle celle elettrolitiche. Nel frattempo almeno 600 operai – segnalano fonti sindacali – si preparano a partire domani per partecipare a una manifestazione mercoledì a Roma, davanti al ministero presieduto da Corrado Passera.

Sui pozzi invece occupati dai minatori, gli stessi a seguito della decisione in assemblea stanno lasciando i pozzi occupati in queste ore e domattina riprenderà la produzione. Intanto, resteranno chiusi i cancelli della discarica per il conferimento delle ceneri provenienti dalla vicina centrale Enel di Portovesme. “Abbiamo chiesto alla Regione un incontro urgente – riferisce Sandro Mereu della Rsu di Carbosulcis – per discutere del nuovo progetto carbone-centrale e sui futuri investimenti nella miniera. La mobilitazione prosegue, anche se si è deciso di togliere l’occupazione”.

Cessa dunque l’occupazione, ma la mobilitazione rimane in attesa degli ulteriori sviluppi della vertenza e della fissazione di un prossimo incontro in Regione per fare il punto sulle modifiche al progetto integrato destinato a rilanciare il bacino minerario del Sulcis. Lo stato di agitazione dei minatori passerà ancora per il blocco della discarica di ceneri e gessi provenienti dalla vicina centrale dell’Enel, si tratta dei residui della lavorazione del carbone utilizzato per produrre energia.

 

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