E’ guerra aperta tra Fiorentina e Juventus, con la società viola che sul sito ufficiale verga parole di fuoco all’indirizzo dei bianconeri, accusandoli in un durissimo comunicato di portare avanti operazioni spericolate e arroganti (…) che niente hanno a che fare con i valori della correttezza, del fair play e dell’etica sportiva e che si collocano oltre i confini della lealtà”. Il casus belli è il mancato acquisto del 31enne centravanti bulgaro Dimitar Berbatov, promesso sposo viola che nella giornata di ieri ha abbandonato la Fiorentina all’altare preferendo fuggire con la Juventus, salvo poi in serata tradire anche l’amante e accordarsi con i londinesi del Fulham.

Salpato di prima mattina da Manchester, con un biglietto aereo pagato dalla Fiorentina, era atteso a Firenze nel pomeriggio per fare le visite mediche e diventare a tutti gli effetti la ciliegina sulla torta dell’ottima campagna acquisti viola. Ma dopo avere effettuato in tarda mattinata uno scalo a Monaco di Baviera, di lui si sono perse le tracce. E i tifosi e i dirigenti della Fiorentina presenti allo scalo Vespucci sono rimasti con i fiori in mano, attoniti. Fino a che, nel tardo pomeriggio, il clamoroso annuncio del dirigente juventino Marotta, che annunciava un accordo last-minute con Berbatov. Da qui le accuse di arroganza e slealtà dell’infuriata società viola.

Ma in serata il nuovo colpo di scena: Berbatov non sale nemmeno sull’aereo privato messogli a disposizione dai bianconeri e parte invece per Londra, per discutere un ingaggio con il Fulham. Prima gabbatore e poi gabbato, Marotta a Sky spiega: “Noi abbiamo agito con massima trasparenza e correttezza, abbiamo contattato il Manchester dopo aver appreso che il giocatore non sarebbe andato a Firenze. Non li abbiamo disturbati e non credo che questa situazione andrà a intaccare i rapporti tra i club”. Ma la Fiorentina non indietreggia di un passo. E trent’anni dopo le polemiche tra Zeffirelli e Boniperti per scudetti svaniti all’ultimo, vent’anni dopo la vendita coatta di un recalcitrante Baggio ai bianconeri (e il rigore che il divin codino si rifiuta di tirare contro la sua ex squadra l’anno seguente), tra Firenze e Torino è di nuovo guerra aperta.

Radio mercato sussurra che questa lite dai toni più che incandescenti – dato che le accuse di mancata lealtà ed etica sportiva vanno ben oltre le semplici polemiche domenicali – non solo ha scavato un solco profondissimo tra le due società, ma ha messo in discussione il probabile passaggio (l’anno prossimo) alla Juve del fenomeno viola Jovetic. Il tutto per cosa? Per un centravanti talentuoso quanto apatico, e tutto sommato discreto, non certo il messianico top player promesso ai tifosi. E per di più abituato a voltafaccia clamorosi: come quando abbandonò Lecce all’ultimo per andare a Leverkusen. O come quando, atterrato all’aeroporto di Manchester per diventare un giocatore del City, salì sull’auto di Ferguson, tecnico dello United, che lo soffiò ai rivali cittadini con una mossa da film.

E di nuovo ieri. Dopo essersi promesso in un solo giorno prima alla Fiorentina e poi alla Juventus le ha tradite entrambe per il Fulham. Ma la cosa più grave – oltre ad una diatriba insanabile tra due dei club più influenti in Lega – è che il calcio italiano abbia rimediato l’ennesima figura barbina a livello internazionale per un giocatore discreto ma scostante e vicino al termine della carriera, non certo un campionissimo di primo livello. Una volta erano i fenomeni a litigare tra di loro per poter approdare nel campionato più bello del mondo. Oggi sono le nostre squadre più importanti ad accoltellarsi alle spalle per un mediocre figurante.

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