Estate televisiva, siamo quasi agli sgoccioli. Ma il veleno è nella coda, sappiatelo. Perché mentre tutti i palinsesti ripartono, seppur pigramente, lo sprint finale di Veline ci accompagnerà fino alla scelta delle due nuove ragazzette che sgambetteranno sul bancone del tg satirico di Canale 5. Sul tema del velinismo si è scritto tanto, forse troppo. A cominciare dall’articolo di Sofia Ventura sul webmagazine di Farefuturo sul velinismo in politica e non solo, che nel 2009 ha creato più di un grattacapo al governo di allora, a Veronica Lario e a tutto il circo di nani e ballerine che circonda(va?) il Cavaliere.

Dibattito ricco, durato tanto tempo, ma che risultati ne ha portati pochi. La prova è lì, puntuale ogni sera, sulle frequenze dell’ammiraglia del Biscione. Il “ruffiano” di turno, che offre al pubblico bavoso carne fresca da mandare al macello, è Ezio Greggio, perfetto esponente di quella corrente di pensiero ultraleggera che ha fatto la fortuna, e non solo televisiva, dell’uomo di Arcore.

Osservare ogni sera, per giunta all’ora di cena, un uomo di sessant’anni sfottere platealmente ragazze poco più che maggiorenni, manda in bestia.

Non in nome del femminismo trito e ritrito dei tempi che furono, per carità. Ma quelle scosciatissime pulzelle sono evidentemente disposte a tutto pur di diventare veline, anche a coprirsi di ridicolo. Per una volta, dunque, non prendiamocela con gli uomini che detengono il potere catodico, ma con le donne che si piegano a un sistema indegno. Quando assisteremo a uno show di oltre cento puntate per scegliere due strafighi ventenni da piazzare seminudi su un bancone, a subire le battute grevi di due arrapatissime e attempate conduttrici?

Passano gli anni, torniamo sempre sullo stesso argomento, ci indigniamo, andiamo in piazza a protestare e poi non cambia niente. Ci meritiamo il Gabibbo?

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