A New York un uomo voleva vendicarsi del suo capo che lo aveva licenziato. Quindi apre il fuoco su di lui e su una passante, uccidendoli. Poi interviene la polizia che lo ferisce a morte e alle vittime si aggiungono 9 feriti. Ma in un primo momento non era chiaro se la responsabilità degli altri colpi fosse da attribuire  all’aggressore Jeffrey Johnson, 58 anni o anche dalle forze dell’ordine. Oggi però, svaniscono i dubbi: è stata la polizia. Gli agenti, che hanno abbattuto Johnson, nel conflitto a fuoco si sono rese responsabili dei “danni collaterali”.

La dinamica dei fatti è stata resa nota dal capo della polizia, Ray Kelly. Il dipartimento di polizia di New York ha aperto un’inchiesta. In particolare i due poliziotti intervenuti hanno sparato in totale 16 colpi, uno nove e il secondo sette. Tre dei feriti sono stati centrati dagli agenti mentre gli altri sei sono stati feriti più lievemente dai frammenti di proiettili. Già ieri il sindaco della Grande mela, Michael Bloomberg, forse consapevole dell’imbarazzante notizia, aveva detto che “qualcuno” dei feriti era rimasto colpito dal fuoco incrociato degli agenti. 

Il 12 agosto scorso, il New York Police Department è stato al centro di una vicenda simile, che ha avuto echi in tutto il mondo, quando un afroamericano sorpreso a fumare uno spinello è stato ucciso dagli agenti. Quando la polizia gli ha intimato l’alt, l’uomo ha impugnato un grosso coltello da cucina e cominciato a indietreggiare. A quel punto è cominciato un rocambolesco inseguimento con sempre più poliziotti che, armi in pugno, cercavano di fermare la persona. Dopo un tentativo fallito con lo spray urticante, gli agenti hanno esploso una decina di colpi che hanno ferito al petto la vittima, morta in ospedale una quarantina di minuti dopo.

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