In Calabria, a quasi 70 anni dalla Liberazione e a 40 dalla stagione dei “Boia chi molla” di Ciccio Franco, c’è chi osanna ancora il fascismo cercando di fare leva anche sui luoghi sacri come un ceppo in provincia di Catanzaro dove, nel 1939, era stata eretta la statua della madonna di Monte Covello. Ai piedi di quella statua, qualcuno ha affisso una targa votiva in onore dei “martiri fascisti” e ha programmato per domani un raduno di “camerati” che si incontreranno per deporre un fascio di fiori prima di un “momento conviviale”.

Episodi che hanno provocato lo sdegno della Cgil locale e del suo segretario Giuseppe Valentino che nei giorni scorsi ha avvertito il prefetto e ha presentato un esposto ai carabinieri. Per il sindacalista, infatti, “il fascismo deve essere ricordato per la barbarie con la quale in Italia ed in Europa ha agito distruggendo la vita umana e sopprimendo la libertà, non certo per i suoi martiri”.

L’affissione della targa e la manifestazione, promossa anche su facebook, sono un “fatto osceno – aggiunge Valentino – che va contrastato con ogni mezzo. Un gesto vile, perpretrato all’insaputa dei parroci locali. Sappiamo che la storia della Madonnina di Monte Covello è strettamente legata agli anni del regime fascista. La statua, infatti, fu eretta nel 1939 per osannare le gesta del regime dopo la costruzione della strada che da Girifalco porta alla montagna. Ma la storia, grazie alla lotta partigiana ed alla Resistenza, ha scacciato e sconfitto il fascismo dall’Italia. Non è accettabile che esista un monumento in onore dei fascisti. Non è sopportabile perché così facendo si oltraggia la Costituzione fondata sui valori dell’antifascismo e della Resistenza. Per questo ci rivolgiamo alla Curia ed alle istituzioni affinché si ponga rimedio allo scempio. Si levi dalla storia la vergogna che i partigiani hanno contribuito a levare con la lotta e con il sangue”.

E proprio al movimento partigiano fa riferimento un post pubblicato nella pagina facebook della manifestazione di sabato dall’account della Federazione Fiamma Tricolore di Catanzaro secondo cui “le nuove generazioni – si legge – possono notare solo i ruderi del monumento eretto sul Monte Covello grazie all’intervento dinamitardo di tre eroici antifascisti, ma pare che la sorte o la Madonnina abbia serbato loro la giusta punizione!”.

Una frase sicuramente irrispettosa nei confronti di tutti i partigiani che sono morti per liberare il nostro Paese dal regime fascista. “La libertà, la vita, la pace sono valori universali che lo Stato laico e democratico e la Chiesa devono difendere senza ambiguità. – conclude il sindacalista della Cgil – Ci aspettiamo dalla Curia una presa di posizione forte che condanni l’accaduto ed esprima chiaramente, attraverso l’intitolazione della Madonnina, il contrasto al fascismo ed alle sue idee”.

Appresa la notizia il sindaco Mario Deonofrio, un socialista vecchio stampo, si è recato dai carabinieri che hanno eseguito un sopralluogo a Monte Covello. “Non ho autorizzato nessuna manifestazione né mai ci è pervenuta una richiesta” sostiene il primo cittadino di Girifalco, eletto l’anno scorso con una lista civica opposta a quella del centrodestra dove era confluita anche la sezione locale della Fiamma Tricolore intitolata a Junio Valerio Borghese, il “principe nero” che negli anni Settanta si era fatto promotore di un tentativo di golpe (fallito) in cui sarebbero state coinvolte anche le cosche della ‘ndrangheta reggina.

“Quella targa – aggiunge il sindaco Deonofrio – è un’offesa alla libertà di pensiero, soprattutto in questo frangente in cui registriamo un qualunquismo imperante. Mi dispiace se qualcuno l’ha vista prima che se accorgesse la Cgil e non ha informato chi di competenza. Non bisogna dare spazio a reminiscenze e ideologie che sono morte perché l’umanità e la storia le hanno già condannate. Ci coordineremo con il prefetto e i carabinieri e sicuramente presto faremo rimuovere la targa”. E, infine, una battuta contro quei politici e quelle istituzioni che fanno finta di non conoscere cosa sia l’apologia del fascismo e volutamente non hanno espresso alcun commento sulla vicenda della Madonnina di Monte Covello: “I fascisti in giacca e cravatta sono i più pericolosi”.

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