Sembra davvero che il concetto di trasparenza e gli straordinari benefici in termini di democrazia ed efficienza nella gestione della cosa pubblica che dalla sua applicazione potrebbero derivare al Paese non appartengano al patrimonio genetico dei nostri Governanti.

Questa amara constatazione trova conferma in quanto sta per accadere a proposito della nomina del Direttore Generale della neo-istituita Agenzia per l’Italia digitale (ndr nome che c’è da augurarsi sia di buon auspicio perché, almeno per il momento, un’Italia digitale non esiste) il super-ente al quale il Ministro per lo Sviluppo Economico Corrado Passera ha scelto di affidare i compiti e le responsabilità sin qui svolte da ben quattro diverse amministrazioni dello Stato, cancellate, dalla sera alla mattina, per Decreto, in alcuni casi dopo oltre un ventennio di servizio.

Eccoli i fatti.
Il Decreto Legge ‘Crescitalia’, con il quale si è data vita all’Agenzia per l’Italia Digitale, prevedeva che entro trenta giorni dalla sua entrata in vigore (ndr 26 giugno), il Presidente del Consiglio dei Ministri di concerto con una pletora di Ministeri [ndr il  Ministro  per  la  pubblica  amministrazione  e  la  semplificazione, il Ministro dello  sviluppo  economico,  il  Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca e il  Ministro dell’economia e finanze] avrebbe dovuto nominare, “previo avviso pubblico”, il Direttore Generale dell’Agenzia, “tra  persone  di  particolare e comprovata qualificazione professionale in materia di innovazione tecnologica e  in possesso di una documentata esperienza di  elevato livello nella gestione di processi di innovazione”.

Tra il 26 giugno ed il 26 luglio, tuttavia, nessuno si è preoccupato – almeno apparentemente – di procedere alla nomina né di pubblicare l’avviso previsto dalla norma e di avviare il processo di selezione del Super Direttore.
La conseguenza è stata che il 26 luglio, in sede di conversione del decreto legge, ci si è visti costretti a prorogare la data di nomina del Direttore Generale dell’Agenzia al 26 agosto.
Ma un mese in più – peraltro in pieno periodo estivo – evidentemente non è bastato a procedere alla pubblicazione e ad avviare la procedura di nomina del Super direttore con la conseguenza che, ancora una volta, nelle prossime ore, assisteremo alla nomina di una persona dalla quale dipenderà in buona misura il futuro del Paese – in digitale e non solo – in assenza di qualsivoglia procedura trasparente e meritocratica ovvero nel segno del passato.

Guai a dubitare che il Ministro Passera abbia scelto – o sceglierà – per un ruolo tanto delicato una persona degnissima e dotata delle necessarie competenze ma, ad un tempo, è innegabile che un processo di selezione trasparente avrebbe consentito di vagliare soluzioni diverse ed ulteriori rispetto a quelle presenti nella cerchia di amici e conoscenti del Ministro e dei suoi consiglieri.

Peccato perché, per essere un’Agenzia chiamata a dare un futuro al Paese, le sue origini sembrano prepotentemente segnate da costumi antichi.

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