Le esplosioni che sono fra le più potenti dell’universo, quelle delle supernovae, sono generate da coppie stellari formate da nane bianche e giganti rosse. La conferma del meccanismo all’origine delle supernovae, previsto teoricamente ma finora mai dimostrato, arriva dalle osservazioni fornite nell’Osservatorio Keck alle Hawaii ed elaborate dal gruppo di ricerca coordinato da Benjamin Dilday dell’Università della California a Santa Barbara, il cui studio è pubblicato sulla rivista Science.

“La soluzione al lungo enigma dei progenitori delle supernovae è che non esiste un percorso con un unico progenitore”, spiega Dilday. “Resta da determinare in quali proporzioni le stelle progenitrici contribuiscono alla sua formazione, all’evoluzione della sua luminosità e del suo colore e come queste misurazioni possano essere utilizzate per misurare l’espansione cosmologica”. In campo astronomico vi è consenso sul fatto che le supernovae di tipo Ia derivino dall’esplosione termonucleare di stelle nane bianche in coppia con una stella di tipo diverso. Tuttavia, mancava l’osservazione diretta dei progenitori della super-stella e la natura esatta della compagna binaria era incerta. Una serie di immagini ottiche ad alta risoluzione della supernova PTF 11kx, individuata dall’osservatorio Palomar Transient Factory nel 2011, rivela attorno alla supernova un ambiente molto complesso e fornisce una visione dettagliata e senza precedenti del sistema che ha portato alla formazione dell’astro. Strati multipli di materiale circumstellare e del materiale espulso dalla supernova sono stati visti interagire soltanto 59 giorni dopo l’esplosione. Queste caratteristiche, rilevano i ricercatori, sono simili a quelle della stella binaria RS Ophiuchi, individuata nella costellazione della Ofiuco, composta da una nana bianca e da una gigante rossa.

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