E’ probabilmente la miglior rassegna cinematografica all’aria aperta dell’intera regione Emilia Romagna. Parliamo dell’Arena Orfeonica, di via Broccaindosso 50 a Bologna, che dal 2003 allieta le estati bolognesi sempre più magre e vuote di cinema. Un cinema di qualità prima di tutto perché legato all’idea originaria della proiezione in pellicola (che sparirà tra poco meno di un anno e mezzo non perché desueta o poco funzionale, ma perché il mercato “libero” ha deciso che si userà il digitale, n.d.r.) e poi perché la selezione spazia, fluttua, percorre la storia e la passione per il cinema.

Scegliere Pinoccchio, pardon Le avventure di Pinocchio (martedì 21 agosto, ore 21), che Luigi Comencini girò per la Rai Tv nel 1971 in cinque episodi, significa ricordarsi cosa voleva dire produrre uno sceneggiato televisivo prima dell’avvento del format delle fiction. Il Pinocchio comenciniano ha il respiro amplissimo del cinema proprio perché fu girato senza riflettere sui tempi pubblicitari, sulla vendibilità di visi e star, sulla più banalizzante partitura temporale degli schemi tv attuali,  ma con la volontà di reinterpretare il leit motiv dell’infanzia incompresa e bistrattata con il tocco lieve e serio del maestro velocemente dimenticato autore di pellicole come Tutti a casa o La valigia dei sogni.

A Comencini seguiranno, sparpagliati, altri quattro titoli. Mercoledì 22 è la volte di Once dell’irlandese John Carney (2006), un curioso dramma musicale on the road, cucito sul suono in presa diretta della chitarra di Glen Hansard e dagli strumenti di Marketa Irglova e su questa incredibile improvvisazione busker/passante ripresa spesso da lontano con teleobiettivo e nessun ritocco fotografico. Un film indipendente che fece gridare al miracolo in mezza Europa, ma poco visto in sala da noi. Hansard è il chitarrista “rosso” de The Commitments, il capolavoro di Alan Parker sul fantomatico gruppo soul dublinese che per destino non poté incontrare Wilson Pickett.

Il 28 agosto è il turno di Tomboy di Celine Sciamma. Film francese, ciliegina sulla torta di Berlino 2010, storia di una bambina di 10 anni, appena trasferitasi in un nuovo quartiere della periferia parigina con la famiglia, che sentendosi maschio si presenta come tale agli amichetti del cortile fino ad una ispirata agnizione finale. Macchina da presa ad altezza bambino, più alla Peanuts che Truffaut, ma con una carica universale di spettacolare cancellazione delle differenze tra sessi con una resa più adulta che mai. A chiudere la rassegna due classici: il 29 agosto un Almodovar per puristi, l’opera prima Pepi, Luci, Bom e le altre ragazze del mucchio (1980) e il 30 agosto l’apice dell’erotismo patinato di Bernardo Bertolucci con un Marlon Brando slabbrato e gonfio e ancora tutte le storiche censure e relativi roghi di negativi finiti al macero, in Ultimo tango a Parigi.

Inutile sottolineare che la manifestazione vive di volontariato e di un risicato contributo della Fondazione DalMonte, vista l’assenza del Comune, Provincia e Regione sempre in prima linea per elargire migliaia di euro per proiettare documentari in dvd e mai per conservare la memoria della settima arte, sempre che non sia l’ottimo lavoro della Cineteca di Bologna.

Tutte le proiezioni saranno precedute da una selezione di rari cinegiornali Radar, Caleidoscopio, Ciak degli anni 60/70 provenienti dalla collezione di Marco Emiliani. Ingresso: 4 euro; Info: 345.2125230; www.orfeonicadibroccaindosso.blogspot.it.

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