“Non possiamo pretendere che  le cose cambino, se continuiamo a fare le stesse cose.

La crisi è la più grande benedizione per le persone e le nazioni, perché la crisi porta progressi. La creatività nasce dall’angoscia come il giorno nasce dalla notte oscura. E’ nella crisi che sorge l’inventiva, le scoperte e le grandi strategie. Chi supera la crisi supera sé stesso senza essere ‘superato’.

Chi attribuisce alla crisi i suoi fallimenti e difficoltà, violenta il suo stesso talento e dà più valore ai problemi che alle soluzioni. La vera crisi è la crisi dell’incompetenza. L’inconveniente delle persone e delle nazioni è la pigrizia nel cercare soluzioni e vie di uscita. Senza crisi non ci sono sfide, senza sfide la vita è una routine, una lenta agonia. Senza crisi non c’è merito. E’ nella crisi che emerge il meglio di ognuno, perché senza crisi tutti i venti sono solo lievi brezze. Parlare di crisi significa incrementarla, e tacere nella crisi è esaltare il conformismo. Invece, lavoriamo duro. Finiamola una volta per tutte con l’unica crisi pericolosa, che è la tragedia di non voler lottare per superarla.”

(Albert Einstein)

La prima cosa da fare, per cambiare rotta o direzione, è osservare i passi che si stanno compiendo ora. La strada su cui stiamo viaggiando. Insomma, conoscere è la premessa fondamentale per poter agire con cognizione di causa.

Direte voi, bel consiglio della suocera… Il punto però è che se sei dentro a un sistema che ti toglie tempo e spazio, obbligandoti tutto il giorno a rincorrere le cose, a far slalom tra gli eventi della quotidianità caotica poi, alla fine della fola, le scelte le subisci, nel senso che non le fai. Ci pensa l’inerzia, per te. L’abitudine, la routine di ciò che hai fatto ieri, e ieri ancora.

La prima cosa che ho fatto quando ho iniziato ad occuparmi di ambiente ed energia nel mio Comune è stata quella di adottare un piano energetico comunale, in modo da conoscere, edificio per edificio, cosa e come consumassero da un punto di vista della bolletta energetica (luce, riscaldamento, acqua, condizionamento…).

La stessa cosa ho deciso di fare, con mia moglie, quando abbiamo condiviso la scelta di fare scelte diverse: nella spesa settimanale, nel modo di muoverci in città, nei detersivi per pulire casa, nei pannolini del bimbo, nell’uso e consumo dell’acqua…

Il primo suggerimento che mi sento di dare è quello di registrare, per almeno un mese, tutte le spese che fate. Su un taccuino, o in una pagina excel del computer. Annotare la spesa per le spese apparentemente inevitabili (mutuo o affitto, bollette, tasse…), ma anche e soprattutto catalogare tutte le situazioni in cui spendiamo anche solo pochi centesimi di euro nell’arco di una giornata, meglio se divisi per categoria.

In modo che alla fine dell’esperimento possiate vedere, concretamente, quanti soldi state gettando via dalla finestra (oppure no) e quale sia il potenziale margine di  risparmio per fare ciò che abbiamo iniziato a fare nel mio comune, riqualificando impianti e involucri edilizi degli edifici pubblici per renderli più efficienti, e quindi risparmiosi, da un punto di vista energetico.

Noi abbiamo cominciato la nostra piccola rivoluzione domestica così, da qui. Dal presente di una famiglia normale, nel bel mezzo dell’ingranaggio silenzioso e onnipresente del consumo e dello spreco, per fotografare nitidamente ciò che in parte già sospettavamo e che di fatto alimentavamo e continuiamo a volte ad alimentare non senza contraddizioni, ritardi, capricci. Perché una cosa è certa, uscire dalla crisi e dai suoi ingranaggi che ti trascinano a terra con lei, non è per niente facile e scontato. Possibile, viste le migliaia di esperienze che raccontano e dicono con l’esempio di un’altra storia, ma complicato. E parecchio, a volte!

Ogni cambiamento, dal più rivoluzionario e completo al più piccolo e insignificante, passa quindio da una visione del qui e ora. Dal come siamo adesso.

Del resto, se vi fermate un attimo a far mente locale, scoprirete nel via vai frenetico dei vostri giorni, oggetti e servizi e cose che avete acquistato, ma di cui vi siete liberati molto in fretta: perché inutili, o semplicemente diversi da come ve li eravate immaginati quando, magari spinti da una pubblicità ingannevole o dal consiglio di un amico, avevate varcato la soglia del centro commerciale, Icona perfetta per incorniciare un momento storico, il nostro, che ha fatto del consumo e dello spreco e dell’usa e getta il Santuario a cui tutti ci rivolgiamo, chi più chi meno, in silenziosa e supina venerazione.

Cambiare si può, però. Conoscere è il primo passo che ci può portare altrove, oltre la crisi.

Continua…

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