Lioness

Una valanga di critiche e insulti ha accolto ieri, sui blog militari statunitensi, la notizia della promozione a generale dell’esercito Usa di Tammy Smith, lesbica dichiarata, avendo sposato un anno fa la sua compagna da oltre dieci anni. Una promozione che è come una medaglia per i gay dell’esercito, dopo il primo matrimonio fra due soldati gaycelebrato in una base militare un mese fa.

Fra i pochi commenti a favore di Tammy, quello di Linda Aga, soldatessa a riposo dopo 30 anni di servizio, che su military.com afferma: “Ho avuto il piacere di lavorare con lei una volta, non ho mai saputo che fosse gay e non importava, era una vera professionista e l’arma è fortunata ad averla nel suo gruppo”. Linda si rammarica per i commenti di odio degli altri partecipanti al blog e si augura che soldati e graduati si limitino sul lavoro ad apprezzare le qualità oggettive del nuovo generale. Ma Tammy ha troppi difetti: è gay, è donna e pure una donna in comando, e se i militari Usa vedono con sospetto i gay, in genere non gradiscono neppure le donne nei ruoli di prima linea.

Basta guardare le reazioni suscitate qualche mese fa dall’apertura del Pentagono alla possibilità di far combattere le donne, che i politici avevano ufficialmente bandito dalle unità di combattimento terrestre nella maggior parte delle situazioni, indipendentemente dalle loro prestazioni sotto il fuoco. In realtà, i comandanti intenzionati ad impiegarle nelle squadre combattenti le hanno fatte in vari casi “collegare” temporaneamente a tali unità, o chiesto il loro invio con un ruolo di supporto, con il risultato che donne hanno combattuto in Iraq e in Afghanistan e sono anche morte sul campo.

Le donne stanno contribuendo in modi senza precedenti alle missioni militari” ha riconosciuto il ministro della difesa Leon Panetta,“Con il loro coraggio, sacrificio, patriottismo e grandi capacità, le donne hanno provato la loro abilità a servire  (il paese, ndr) in un crescente numero di ruoli sul e al di fuori del campo di battaglia. Vogliamo continuare ad aprire quante più posizioni possibile alle donne così che chi sia qualificata per servire possa avere l’opportunità di farlo”.

Il 9 febbraio scorso è stato fatto un primo passo in tale direzione, modificando il regolamento del Pentagono, anche se le nuove posizioni aperte non sono comunque in combattimento. Ad aprile, tuttavia, il Corpo dei Marines ha annunciato il progetto di addestrare questa estate delle donne per il suo corpo di fanteria nella scuola militare di Quantico, in Virginia. Scopo del reclutamento è anche condurre una ricerca per studiare i risultati delle donne in azione e valutarne ulteriori impieghi nei corpi armati attraverso nuovi test uguali per entrambi i sessi riguardo il possesso dei requisiti fisici minimi per il combattimento.

Alcuni marines e familiari di donne soldato nei blog militari hanno applaudito alla decisione, affermando che il corpo avrebbe dovuto prenderla anni fa, visto che le donne hanno combattuto molte volte, anche se in modo non ufficiale. Ma una maggioranza di commenti maschili sostiene che le donne non possono competere con gli uomini in quanto a forza e resistenza fisica. “Molte di noi donne abbiamo voluto gli stessi standard per i test per anni. – replica nel blog dei Marines l’ex soldatessa Sarah – So che il mio culo in gravidanza potrebbe fare più flessioni di un gruppo di Marines uomini con i quali ho militato”. Sarah applaude “a quelli fra voi che hanno il coraggio di dare una possibilità alle donne”.

Che le donne siano in grado di battersi ed abbiano diritto al riconoscimento di quanto fatto sul campo di battaglia è anche la tesi del docufilm “Lioness” (2008), che racconta la storia del battaglione femminile omonimo, inviato dagli Usa a combattere in Iraq nel 2003 in violazione della politica ufficiale e senza adeguato addestramento ma nonostante ciò partecipando a scontri a fuoco ed uscendo in perlustrazione con la fanteria dell’esercito e dei marine. Le registe Meg McLagan e Daria Sommers documentano i combattimenti delle donne soldato contro gli insorti, così come la loro lotta per vedersi riconosciuto il ruolo di veterane.

(Foto di Lloyd Francis Jr.)

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