Un no senza possibilità di appello. Questo il messaggio lanciato dal ministero dello Sviluppo economico che risponde con fermezza alla richiesta presentata dalla società Erg Rivara Storage, che chiedeva l’autorizzazione ad effettuare ricerche per la verifica della fattibilità dello stoccaggio di gas naturale a Rivara, nel Comune di San Felice sul Panaro. Il Ministero ha reso nota la decisione sul proprio sito internet, ribadendo la propria contrarietà al progetto nell’occhio del ciclone dopo gli eventi sismici della scorsa primavera.

Il piano originario, voluto fortemente da Giovanardi e approvato dai governi Prodi e Berlusconi, prevedeva la costruzione del primo deposito di stoccaggio di gas metano acquifero in Italia: 2.800 metri di profondità, 3,7 miliardi di metri cubi di metano per 19 pozzi d’estrazione da realizzare a Rivara, piccolo paese sulla statale tra San Felice sul Panaro e Finale Emilia. Nonostante lo stop delle istituzioni e le polemiche dovute al sisma, la società aveva manifestato la volontà di continuare nella ricerca. Oggi il no definitivo da parte del Ministero dello Sviluppo Economico.

“E’ la decisione che attendevamo – ha commentato l’assessore alle Attività produttive ed Energia della Regione Emilia Romagna Gian Carlo Muzzarelli – e che conferma la bontà della posizione della Regione, delle Istituzioni (Provincia, Unione e Comuni) e dei tanti cittadini che si sono attivati. Le politiche energetiche sono fondamentali, e l’Emilia Romagna sta già facendo la propria parte per contribuire alle riserve nazionali, con senso di responsabilità, ma questa proposta non garantiva la sicurezza dei cittadini e del territorio, ed è doveroso non realizzarla”.

 Si conclude così una parte dell’iter burocratico del progetto di Erg Rivara Storage per lo stoccaggio di gas naturale in una zona che si è scoperta sismica. La prima bocciatura infatti era arrivata il 28 gennaio scorso, con la decisione da parte delle Regione Emilia Romagna dinon consentire le ricerche di gas con la motivazione di “rischio sismico” .

Parole forti a cui aveva poi fatto eco la decisione del ministro all’ambiente Corrado Clini all’indomani della scossa di terremoto del 20 maggio scorso, di bloccare il progetto in vista di nuovi aggiornamenti. In un primo momento infatti, il ministero aveva consentito alla creazione di tre pozzi nella zona per effettuare la ricerca di un’area per lo stoccaggio di metano, ma gli eccezionali eventi sismici avevano bloccato il progetto.

Nonostante i continui “no” e i rallentamenti, la società di Mirandola, non dava segni di cedimento. Risale infatti ai primi di luglio scorso, il ricorso al Tar di Ers in cui si ribadiva che “la procedura amministrativa di autorizzazione a nostro giudizio risulta carente perché priva delle necessarie motivazioni tecniche al diniego dell’intesa. Siamo certi che la giustizia amministrativa potrà valutare con serenità i fatti, tenendo conto che nei nostri studi preliminari il rischio sismico era stato considerato e valutato con grande attenzione”.

Il Governo arriva però oggi a bloccare definitivamente ogni speranza di realizzazione del progetto. Nel provvedimento, il Ministero dello Sviluppo Economico ricorda la delibera regionale 512 di aprile 2012, con cui la Regione ha espresso il diniego all’intesa, citando in particolare la necessità di applicare il principio di precauzione sancito dal diritto comunitario e il rischio di eventi sismici confermati poi dai terremoti della scorsa primavera. “La nostra indisponibilità – ha sottolineato Muzzarelli – era garanzia sufficiente perchè già la fase di ricerca e fattibilità non si facesse, ma l’atto del Governo è fondamentale e definitivo. Serviva il consenso di Regione e Stato: non c’è né l’uno né l’altro. Partita chiusa”. 

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