Rush finale per la spending review in Parlamento: dopo il via libera del Senato e la conclusione della discussione generale a Montecitorio, la Camera ha iniziato oggi a votare l’unico articolo di cui si compone il provvedimento che con ogni probabilità sarà licenziato domani, prima della pausa estiva. Gli emendamenti al dl presentati dai gruppi e dai singoli parlamentari per l’Aula di Montecitorio sono circa 160, ma il governo, rappresentato in aula dal ministro dell’economia, Vittorio Grilli, ha posto la questione di fiducia a inizio seduta.

Critiche al governo per “l’ennesima questione di fiducia” sono stati espressi da Lega e Idv. Il Carroccio parla di “compressione della democrazia”, mentre l’Italia dei Valori considera la fiducia chiesta dall’esecutivo “l’ennesimo bavaglio all’opposizione che voleva solo discutere di tre emendamenti”. Quanto ai contenuti, il provvedimento stabilisce norme che vanno dal taglio del personale della pubblica amministrazione, al riordino delle Province, allo stop ai cosiddetti farmaci griffati. Il decreto prevede dunque tagli di spesa per i più svariati settori della pubblica amministrazione. Il provvedimento punta infatti a ridurre la spesa per l’acquisto di beni e servizi , rivede, tra le tante norme, l’organico della p.a. con un taglio, entro ottobre, delle dotazioni organiche delle amministrazioni centrali con un meno 20% la dirigenza e meno 10% il resto del personale e una revisione del turn over, prevede il contenimento dei costi per il parco auto e i buoni pasto e la riduzione delle spese per il funzionamento della presidenza del Consiglio. Nel maxiemendamento è stato accorpato anche il decreto dismissioni. Saranno invece accorpate l’Agenzia del Territorio con l’Agenzia delle Entrate, i Monopoli con l’Agenzia delle Dogane. Inoltre è previsto il finanziamento da parte dello Stato di Banca Monte dei Paschi che però dovrà contenere bonus e stock option per i suoi amministratori, pena senzioni fino a un massimo di 129.000 euro. 

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