Umberto Bossi è un disco rotto. Alla festa della Lega Nord di Corgeno, in provincia di Varese, torna nuovamente sugli stessi temi di sempre. Espone la teoria del complotto nei suoi confronti: “E miei figli non c’entrano niente” e che “sono stati tirati in mezzo per colpire me”. Nel lungo discorso di Bossi (ha parlato per 40 minuti) c’è stato ancora spazio per le parabole di Armin (il generale germanico che ha sconfitto tre legioni romane) e di Bobby Sands (l’eroe dell’indipendentismo irlandese, che si è immolato in carcere lasciandosi morire di stenti), ripetute allo sfinimento in ogni occasione pubblica. Tra le tante frasi ripetute, Umberto Bossi ha avuto un guizzo, introducendo un nome nuovo nell’elenco dei nemici giurati della Lega: Alessandro Manzoni. Lo scrittore, reo di essersi piegato alla volontà del Re di trovare una lingua che unisse l’Italia, si è meritato l’appellativo di “traditore” e “canaglia”. “Siccome per fare una nazione serviva una lingua – ha affermato – il re trovò un grande traditore, una canaglia, cioè Alessandro Manzoni e gli fece scrivere “Fermo e Lucia” e aggiunge: “Per questo motivo si studia a scuola- continua – non perché è una grande opera, visto che è un mattone, ma perché era scritto nella lingua italiana” di Alessandro Madron

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