A tutti i naviganti di questo blog, oggi anzichè scrivere di persona voglio lasciare che siano altri a raccontare. Marco Bazzoni è quell’operaio di Firenze che ha fatto della campagna sulla sicurezza sul lavoro una sua ragione di vita. Riempie la posta elettronica dei giornalisti di quasi tutte le testate con le sue lettere e i suoi appelli e petizioni come l’ultima alla quale tuti possiamo aderire perché venga rivisto il testo unico (1124/1965) che regola il risarcimento per gli infortuni e le morti sul lavoro. Per aderire basta inviare un’email, con nominativo, azienda, qualifica e città a: bazzoni_m@tin.it
Oggi Marco mi ha scritto allegandomi anche un articolo.
Grazie
Elisabetta
 
“In questa Italia, è possibile morire sul lavoro a solo 14 anni, senza che nessuno se ne accorga, quasi fosse una cosa normale?
Dove è l’indignazione politica?
Dove sono i richiami delle Istituzioni e del Presidente della Repubblica, perchè ci sia più sicurezza sul lavoro?
Dove sono gli scioperi dei sindacati di fronte a queste tragedie?
Non si dovrebbe mai morire sul lavoro, perchè a tutti i lavoratori dovrebbe essere garantito il diritto al lavoro sicuro e che possano ritornare a casa vivi la sera dopo una giornata di lavoro.
Ma quando queste tragedie accadono a ragazzini di 14 anni, si rimane profondamente sconcertati”. 
Marco Bazzoni

Avere quattordici anni non basta per non morire sul lavoro
di Carmine Tomeo

Si può morire anche a 14 anni sul lavoro
. È successo ieri, in un cantiere nel leccese, dove un masso ha schiacciato un ragazzino di 14 anni e l’ha ucciso. Quindi, vedi che si può morire sul lavoro a 14 anni, anche in Italia? Non lo sapevi? Ed invece è così. 
Che dici, che a 14 anni si dovrebbe giocare a pallone? Certo, si dovrebbe. Però c’è pure chi a 14 anni sta in cantiere, mentre altri giocano a pallone. E poi, scusa, non lo sai che a 14 anni si è ragazzini proprio quando si gioca a pallone, mica quando si lavora in cantiere. Là, in cantiere e a quell’età, di solito sei un manovale, e comunque un irregolare, un lavoratore in nero. Me lo racconta pure mio padre, che ha cominciato ad andare in cantiere a 12 anni. Lui era manovale di “mastr’ Andrè” o di “mastr’ Peppe” o di qualche altro mastro… 45 anni fa. Che faceva mio padre in cantiere, ragazzino di 12 anni, 45 anni fa? Preparava la calce, portava sacchi da 50 chili di cemento sulle spalle, si arrampicava sui ponteggi. È pericoloso, sì è vero. E pericolo è pure, ad esempio, lavorare dove ci sono degli scavi, come stava facendo quel ragazzino di 14 anni nel leccese. Ché ci si può cadere dentro, ci si può rimanere seppelliti per uno smottamento, ci si possono respirare vapori tossici, ci si può saltare in aria per la presenza di gas infiammabili o esplosivi. Ma come dicevo, in cantiere mica si è ragazzini di 12 o 14 anni. In cantiere di solito ci sono paia di braccia che sollevano materiali, paia di gambe che spingono, schiene che si piegano, mani che afferrano. E poi ci sono massi che cadono e che sfracassano teste costole braccia schiene gambe… continua a leggere
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