Frank Agrama non era il “socio occulto” di Silvio Berlusconi nell’affaire Mediatrade per la compravendita dei diritti tv. E’ per questo che il giudice di Roma Pierluigi Balestrieri ha prosciolto, il 27 giugno scorso, il Cavaliere, il figlio Pier Silvio, il produttore americano e altre otto persone dall’accusa di frode fiscale relativa agli anni 2002-2003. “Il fatto non sussiste” aveva stabilito il giudice che in motivazione argomenta come “negli atti i soldi ed eloquenti elementi conoscitivi” siano” suscettibili di dar conto dello svolgimento da parte delle società di Agrama, di una effettiva attività di intermediazione” nell’acquisto di pacchetti di dirriti tv da paramount e altri produttori che poi venivano rivenduti in Europa a Mediaset e altri.

Per il magistrato, come riporta il Corriere della Sera, il ricarico ovvero il guadagno per Agrama che sfiorava, secondo gli inquirenti, il 50% sia “del tutto ragionevole quantomeno in termini astratti, tenuto conto del rischio di invenduto gravante sul mediatore”. Per l’accusa il sovrapprezzo quindi non alimentava presunti fondi neri del gruppo e i soldi finiti su alcuni conti esteri di dirigenti sarebbero per lo più una cresta personale “sfera individuale più che alludere alla sfera societaria“. Per la parte relativa i fatti fono al 2004 per il Cavaliere invece è stata stabilita la prescrizione. Questo proscioglimento tornerà utile alla difesa dell’ex premier nel processo gemello che riprenderà in autunno a Milano nel quale la Procura di Milano ha chiesto 3 anni e 8 mesi per frode fiscale relativa agli anni 202-2003 il 18 giugno scorso. Non è la prima volta che l’ex presidente del Consiglio riesce a fa valere le su ragioni: Berlusconi aveva incassato un altro proscioglimento il 18 ottobre scorso in un altro procedimento Mediatrade da parte del gup di Milano Maria Vicidomini. Verdetto poi confermato dalla Cassazione.

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