Una lista unica che metta insieme Pd e Vendola nel caso in cui la nuova legge elettorale preveda un premio di maggioranza al primo partito e non alla coalizione più votata. Tagliando fuori Di Pietro ma anche l’Udc, “anche se con Casini si può pensare ad un’alleanza di governo dopo le elezioni” nell’eventualità in cui democratici e vendoliani da soli non abbiano abbastanza seggi. Nel giorno in cui Pierluigi Bersani lancia a Roma la Carta d’intenti con cui il Pd costruirà le alleanze per le politiche del 2013, dall’organizzazione giovanile del partito arriva un appello al segretario per un “listone comune del centrosinistra”.

La carta d’intenti “mi sembra abbastanza netta, perché mette al centro l’uguaglianza, lo sviluppo e il Mezzogiorno”, spiega al Fatto.it Fausto Raciti, segretario nazionale dei Giovani democratici. “È un appello che fissa paletti molto fermi. Apre alle coppie omosessuali, non solo alle unioni civili. Un riconoscimento molto importante per il movimento giovanile, che da anni si batte per i matrimoni gay”.

Sulle alleanze che nasceranno da questa carta, spiega Raciti, “tutto dipende dalla legge elettorale”. “L’ipotesi del premio di governabilità al partito anziché alla coalizione a me sembra una buona idea”. Anche se lo propone il Pdl? “A prescindere da chi ha avanzato per primo questa soluzione. Anzi, credo che con questo scenario il Pd dovrebbe presentarsi con una lista unica che metta insieme Vendola e alcuni moderati come Tabacci”. Per Di Pietro invece non c’è spazio. “No, con lui la rottura è troppo forte. Su questo punto condivido totalmente la posizione di Bersani: chi prova a mettere nel mirino il presidente della Repubblica per noi non può essere un interlocutore”.

Nelle scorse settimane si è parlato anche di una “lista arancione” capitanata De Magistris. Potrebbe essere la “terza gamba” dell’alleanza, al posto dell’Italia dei valori? “Dipende sempre dalla legge elettorale, se ci fosse un premio di coalizione potremmo ragionarci. Ma personalmente non credo molto in questa possibilità”.

L’allargamento a Casini, tanto cercato da Bersani, non sembra entusiasmare troppo i giovani del partito. “Se ci sarà, avverrà solo in un secondo momento”, taglia corto il segretario dei Gd. E i diritti civili che fine farebbero, con Casini che bolla come “incivile e contro natura” il matrimonio tra persone dello stesso sesso? “Nel momento in cui l’Udc si rende disponibile a sostenere la carta d’intenti approvata oggi,  l’intesa è possibile. L’importante è che i principi che ci sono vengano rispettati anche dopo le elezioni”.

Sul voto anticipato i Giovani democratici sono vicini alla linea “possibilista” del responsabile economico del partito, Stefano Fassina, tra i più scettici verso il governo Monti. “Una cosa è certa: decide il presidente della Repubblica. Mi colpisce molto però che una discussione che fino a qualche mese fa era considerata un tabù, tanto che Fassina è stato bacchettato da più parti, oggi interroghi anche Napolitano, oltre alle forze politiche. Però l’ultima parola spetta a lui e non ai partiti. Ed è un bene che sia così”.

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