Il gruppo Fiat ha bilanci in attivo solo grazie a Chrysler e i mercati l’hanno bocciata, affossando il titolo fino a -6% sulla piazza di Milano. Vendite in aumento in tutto il mondo, tranne che in Europa, con volumi di immatricolazioni in drastico calo in Italia. “L’andamento dei conti è buono, i risultati di Chrysler forti” commenta l’ad Sergio Marchionne. “E’ stato un buon trimestre per Fiat – ha aggiunto – in linea con le nostre aspettative, anche se senza Chrysler saremmo stati in perdita”. “Come per Chrysler – ha proseguito – non ho cattive notizie da darvi per Fiat”.

Per contro il mercato italiano dell’auto dovrebbe scendere a luglio di circa il 20%, secondo Marchionne, che ha ribadito la sua previsione di un mercato dell’auto in Italia pari a 1,4 milioni quest’anno o “leggermente meno, quindi con un sensibile calo dei volumi”. “Il mercato europeo – ha concluso – continua amostrare segni di debolezza ed è improbabile che si riprenda del 2012”.

La casa del Lingotto ha chiuso il secondo trimestre con un utile della gestione ordinaria pari a 1 miliardo e 380 milioni di euro. Tutte le 4 macro regioni hanno contribuito positivamente ad eccezione dell’Europa, le cui perdite si riducono rispetto al primo trimestre. In calo nel secondo trimestre l‘indebitamento netto di Fiat a 5,4 miliardi (era di 5,8 miliardi di euro al 31 marzo 2012), con i flussi di Chrysler, positivi per 0,6 miliardi di euro, che hanno più che compensato quelli negativi di 0,2 miliardi di euro registrati dal resto del gruppo. La Fabbrica italiana automobili ha quindi confermato i propri target per l’anno in corso, “nonostante la continua mancanza di visibilità sulle condizioni di mercato in Europa”. Gli obiettivi indicati infatti hanno previsto un utile della gestione ordinaria fra 3,8 e 4,5 miliardi di euro, un utile netto tra 1,2 e 1,5 miliardi e un indebitamento netto industriale tra 5,5 e 6 miliardi.

Per Fiat, esclusa Chrysler, i ricavi sono stati pari a 9,2 miliardi di euro, in calo del 7,5 per cento rispetto al secondo trimestre 2011, principalmente per effetto del calo dei volumi in Europa, e in particolare in Italia, dove le condizioni di mercato “continuano a rimanere difficili”, recita la nota di accompagnamento al bilancio. E’ cresciuto l’utile della gestione ordinaria di Fiat che nel secondo trimestre 2012, è ammontato a 717 milioni di euro, (+74% rispetto all’anno precedente su base pro-forma, per effetto di maggiori volumi e migliori prezzi). L‘utile netto nel secondo trimestre 2012 è stato pari a 358 milioni di euro (103 milioni di euro attribuibili ai soci della controllante). Esclusa Chrysler, si è rilevata una perdita di 246 milioni di euro rispetto all’utile di un miliardo e 380 milioni di euro del secondo trimestre 2011; al netto delle componenti atipiche, la perdita è stata pari a 152 milioni di euro nel secondo trimestre 2012 rispetto all’utile di 76 milioni di euro del secondo trimestre 2011. 

Il Lingotto ha ribadito il proprio pieno impegno a proseguire lungo le direttrici strategiche delineate dai piani quinquennali presentati a novembre 2009 per Chrysler e ad aprile 2010 per Fiat. Avendo riesaminato le condizioni economiche e di mercato nelle quattro regioni, sono confermate le aspettative di risultato per il Nord America, America Latina e Asia-Pacifico. Gli eventi degli ultimi 12 mesi hanno generato dubbi circa le assunzioni in termini di volumi su cui si basano il mercato complessivo e i piani di sviluppo del Gruppo in Europa fino al 2014.

I titoli della casa automobilistica sono crollati in Borsa dopo la diffusione dei conti, perdendo fino al 6%. Le azioni si sono allontanate così dalla soglia psicologica dei 4 euro e sono quotate 3,93 euro.

 

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