Parole durissime, quelle pronunciate dal presidente dell’Eurogruppo Jean-Claude Juncker in un’intervista al quotidiano tedesco Sueddeutsche Zeitung, in uscita domani: “Perché la Germania si permette il lusso di fare continuamente politica interna su questioni che riguardano l’Europa – si chiede retoricamente – Perché tratta l’eurozona come una sua filiale?”. Una dichiarazione che arriva alla fine di una settimana in cui la Cancelliera tedesca Angela Merkel ha ribadito, prima insieme al presidente francese Hollande e poi con il premier Monti, la volontà di “fare di tutto per salvare l’euro”. Dichiarazioni formali a cui Juncker sembra credere poco, anche alle luci delle divisioni emerse all’interno della Germania: il governatore della Bundesbank è contrario all’acquisto di bond da parte della Banca Centrale Europea.  Il vicecancelliere liberale Philipp Roesler è tornato invece a esprimere forti dubbi sulla capacità ellenica di rispettare gli impegni presi.

Junker intanto ha confermato che l’Eurozona, insieme al fondo Efsf e alla Bce, si sta preparando ad acquistare, qualora si rendesse necessario, titoli di Stato di Paesi in difficoltà: “Su questo non ci sono dubbi”. Per il primo ministro del Lussemburgo “è ancora da definire cosa faremo esattamente e quando”, decisione che “dipenderà dallo sviluppo dei prossimi giorni e da quanto dovremo agire rapidamente”. Per il primo ministro lussemburghese occorre inoltre guardarsi dal populismo nella discussione sulla permanenza di Atene nell’euro: “Non si dovrebbe discutere l’ipotesi dell’esclusione della Grecia dall’eurozona solo per sostenere un argomento di politica interna da quattro soldi. Se tutti e 17 i governi (della moneta unica) facessero lo stesso, cosa rimarrebbe di quello che ci accomuna?”, si è chiesto infine polemicamente il presidente dell’Eurogruppo.

Ultima proposta, quella di collocare a capo dell’eurogruppo, che attualmente presiede, un ministro delle Finanze europeo “occupato a tempo pieno” da una personalità del calibro del ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schaeuble.”Deve essere una personalità eminente, in grado di bloccare i piani di bilancio” dei Paesi membri se necessario. Per il lussemburghese, non tutti i ministri delle Finanze coinvolti saranno d’accordo ad affidare l’incarico a una personalità che se ne possa occupare a tempo pieno, “perchè pretendono che il capo dell’eurogruppo sia radicato nella politica nazionale”.

Le parole di Juncker hanno confermato che quella che si apre domani è una settimana molto importante, forse decisiva, per il destino dell’eurozona. La riapertura dei mercati – dove l’Italia vuole collocare Btp a media e lunga scadenza per 3,5 miliardi – sarà il momento della verità per valutare se e quanto terrà la tregua sugli spread. Giovedì la Bce, in occasione della riunione del suo Consiglio direttivo, dovrà poi indicare come intende intervenire concretamente in difesa della moneta unica

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