“O muoriamo di malattia o di fame”. Sono le voci degli operai Ilva di Taranto ai microfoni de ilfattoquotidiano.it. “Siamo ventimila famiglie a rischio, che facciamo poi andiamo a mangiare a casa del magistrato che ha sequestrato tutto”. Uomini e donne che lavorano nello stabilimento siderurgico da anni. A centinaia di fronte ai cancelli da questa mattina alle 6, pronti a ogni tipo di protesta: “Ci incateniamo, marceremo, ma qui lo stabilimento è tutto, siamo pronti allo sciopero ad oltranza”. Intanto sono state bloccate le strade e il ponte girevole della città. Un migliaio tra operai e impiegati protestano anche a Genova di Lorenzo Galeazzi

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Sequestro siderurgico Ilva, Taranto tra disastro ambientale e sociale

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