“Se il giudice accetterà la richiesta di rinvio a giudizio, Vasco Errani dovrebbe dimettersi. È una questione etica”. La prima reazione politica alla notizia della richiesta di rinvio a giudizio del Presidente dell’Emilia arriva dal Movimento 5 stelle, per ora unica forza d’opposizione decisa a  chiedere un passo indietro al governatore. “Errani  – commenta il consigliere a 5 stelle Giovanni Favia – dovrebbe lasciare l’incarico per i tre importantissimi ruoli che ricopre. In pa”rticolare, a tutela del lavoro che sta svolgendo come Commissario straordinario al terremoto. Incarico per il quale è necessaria tutta la forza, l’impegno e la serenità che, se coinvolto in un processo, rischia di non poter dare”.

Il consigliere fa poi riferimento alle vicende giudiziarie dell’ex-premier Silvio Berlusconi. “Per anni – aggiunge – il Pd ha parlato di questione etica, sottolineando l’incompatibilità tra un ruolo pubblico di altissimo livello e il coinvolgimento in inchieste giudiziarie. Allora non si possono usare due pesi e due misure. Se andrà a processo, Errani deve lasciare la Regione”.

Secondo Favia, nella politica attuale spesso si tende a scaricare le proprie responsabilità su chi ha ruoli tecnici. “Il problema è generale: dopo lo scandalo di Tangentopoli, i politici si proteggono scaricando la responsabilità su i dirigenti, di nomina fiduciaria. A loro affidano la partita più spigolosa, ossia la firma degli atti, così che poi la politica se ne possa lavare le mani. Non capisco – aggiunge – come Errani potesse essere all’oscuro di tutto, come potesse non essere al corrente di una pratica che coinvolgeva suo fratello”.

Più cauti invece gli altri esponenti della maggioranza, che per ora preferiscono fare quadrato attorno al numero uno di viale Aldo Moro. “Non credo sia il caso di chiedere le dimissioni – dice Gian Guido Naldi, capogruppo di Sel in Regione – Se poi ci sarà una condanna vedremo. Ma credo che in questo momento non si possa mettere sullo stesso piano la vicenda di Errani, o di Vendola, e quella di Formigoni”. Naldi si dice sicuro della correttezza del Presidente: “Sono sicuro che presto potrà dimostrare la sua onestà. Queste sono cose che possono accadere quando amministri una città o una regione per dieci anni”.

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