Siamo sicuri che con i nuovi arrivi in Rai siano sbarcati gli alieni o erano già in azienda e non ce ne siamo accorti? L’agenda del duo Tarantola-Gubitosi (il presidente ieri si è ridotto lo stipendio del 20 per cento, da 448 mila euro a 366 mila), parte dal necessario intervento sulla concessionaria della pubblicità (Sipra), che nel 2012 viaggia con meno 25%, mentre la concorrente Publitalia limita i danni a meno 10%.

Il dato più allarmante riguarda i canali digitali. Secondo l’ex dg Masi la raccolta avrebbe dovuto raggiungere i 50 milioni di euro per sopperire al mancato accordo con Sky (dichiarazione messa a verbale in Commissione di Vigilanza), oggi, invece, siamo a poco più di 10 milioni nonostante uno share medio giornaliero del 6% che sulla carta dovrebbe, secondo il mercato, portare alle casse oltre 100 milioni. La Sipra ha sicuramente delle responsabilità, ma le strategie editoriali adottate sinora non l’hanno aiutata. È fondamentale offrire agli investitori una nuova strategia che obbligatoriamente deve passare attraverso una ridefinizione dei palinsesti (l’unico canale tra i nuovi che per identità risulta pubblicitariamente appetibile è Rai4 di Carlo Freccero) e dei contenuti distribuiti via web. Basterebbe chiedersi perché Google Italia ha designato Fabio Vaccarano (ex ad Manzoni pubblicità) come country manager per capire che il web è il nuovo ambiente (non in crisi) da cui recuperare risorse. Per ridefinire una strategia multipiattaforma per il servizio pubblicobisogna contare su professionisti capaci con nuove idee e su risorse certe.

I cassetti del ministero dello Sviluppo sono pieni di studi di fattibilità su come effettuare il “recupero” dell’evasione della Tassa di possesso (ex canone). Recuperare oltre 300 milioni di euro (a rate sulla bolletta dell’energia elettrica), lo si potrebbe fare immediatamente con un ministro che non è alle dipendenze di Mediaset come invece era il suo predecessore. Il problema è che la tassa è la più impopolare e, con una Rai al minimo storico per credibilità e legittimazione (frutto della subalternità a Berlusconi e al degrado qualitativo dell’offerta), non è semplice. Quindi al primo posto dell’agenda andrebbe inserito il recupero della credibilità agli occhi del telespettatore.

Come fare? Coinvolgere i cittadini con un sondaggio per capire pregi e difetti sull’attuale offerta e suggerimenti; ridefinire la missione di tutti i canali a partire da Rai1, eliminando i doppioni; utilizzare le Teche Rai (predisposte tecnologicamente per essere la nuova frontiera del servizio pubblico), per distribuire gratuitamente tutti i contenuti di proprietà; rispondere alla richiesta della Upa che chiede di togliere la pubblicità da una rete, con una strategia comunicativa nella quale la Rai informa che rinuncia alla pubblicità su ben tre canali (Yoyo, Gulp e Rai Scuola), dedicati ai più giovani, porterebbe grandi benefici sul piano dell’immagine e della legittimazione al fine del recupero dell’evasione. Il seguito alla prossima puntata.

Il Fatto Quotidiano, 26 Luglio 2012

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